sabato 19 aprile 2008

Lost - intervista a jj abrams e damon lindelof

Tra le innumerevoli serie televisive degli ultimi anni, quella che maggiormente è balzata all’attenzione dell’opinione pubblica tanto da meritarsi di essere considerata LA SERIE per eccellenza, dando origine ad un vero e proprio fenomeno mediatico di culto (basti pensare  agli innumerevoli blog e forum ad essa dedicati) è senz’altro Lost.
Un rapido sguardo agli innumerevoli premi che ha già rastrellato, ci dà subito la misura del suo successo:
2004 - Family Television Awards: Best New Series
2004 - American Film Institute - Top 10 TV Programs of the Year
2005 - Visual Effects Society Awards: Outstanding Supporting Visual Effects in a Broadcast Program
2005 - The International Press Academy and The SATELLITE™ Awards: Best Actor in a Series, Drama: Matthew Fox
2005 – La Settimana Enigmistica – La serie più oscura ed enigmatica dell’anno.
2005 – WC International – World Contest : Miglior assortimento di gnocche su un’isola.
2006 – L’inserimento della coppia di personaggi più inutili in una serie: Nikki e Paulo.

Per i pochi poveri ed inutili individui che ancora non sappiano di cosa stiamo parlando, diciamo che Lost è divenuto negli Stati Uniti un cult che ha frantumato ogni record raccontando le avventure di 48 scampati ad un disastro aereo, che devono riuscire a sopravvivere su un’isola, solo apparentemente deserta, prendendo drammaticamente atto del fatto che, molto probabilmente, nessuno verrà mai a cercarli. Soli contro le loro paure e le loro incertezze, dovranno affrontare i dubbi e i terribili misteri che l’isola nasconde. E sono proprio questi misteri la carta vincente di Lost. Le domande insolute che ogni puntata pone, formano una inquietante piramide di interrogativi che soggioga lo spettatore portandolo a perdersi dietro innumerevoli congetture nel tentativo di dare una spiegazione che, diciamocelo pure, non arriva mai. 
Il pregio maggiore della serie, dunque, è anche il suo peggior difetto, perché questo susseguirsi di domande senza risposta, alla lunga rischia di stancare. Tanto che, adesso (in america siamo alla settima puntata della quarta serie), cominciano anche a girare un po’ i coglioni. Inchiodati allo schermo, in fremente attesa non dico della spiegazione definitiva di tutti i misteri (nessuno pretende tanta grazia), ma almeno di un piccolo contentino, orde di fans macerano in un’attesa impotente e solo i più decerebrati continuano a gridare ancora al capolavoro mentre i più seguono giusto per vedere dove cavolo gli autori abbiano deciso di andare a parare. Mentre un dubbio inquietante fa capolino nelle menti di tutti noi: ma gli autori, avranno una vaga idea di cosa stanno scrivendo?

Una nostra inviata che ha il giornalismo del sangue (ma che è anche una discreta mignotta, il che in questo mestiere aiuta sempre), ha così deciso di affrontare i due principali autori della serie J.J. Abrams e Damon Lindelof, per scoprire i loro più oscuri segreti ed offrire, finalmente, qualche seria anticipazioni a migliaia di telespettatori smaniosi.
La nostra eroina si è finta dunque una danzatrice del ventre ed ha adescato i due scrittori in un locale malfamato, agitandogli le proprie generose rotondità davanti al naso per quasi due ore, mentre un barista prezzolato versava nei loro bicchieri quantità smodate di gin, vodka, whisky, amaretto di saronno, zabov, vov, amaro lucano, alcol denaturato e vetriolo, tanto per abbassare la loro soglia razionale.
Quando i due erano ormai cotti a puntino, la nostra inviata ha cominciato l’intervista che siamo orgogliosi di riportare quasi integralmente:
D:        E così voi siete gli autori di Lost…
Abrams:           Oh beh autori…
Lindelof:           Autori è una parola grossa! (e qui i due sono scoppiati a ridere ininterrottamente per 5 minuti ndr)

D:        Perché ridete?
Abrams (biascicando): shhhhhh non si può dire, è un segreto…
Lindelof:           ma tanto l’hanno capito tutti…

 
D:        Cosa?
Abrams:           Shhhhh non si dice…
Lindelof:           Che siamo due peracottari… JJ qui, di televisione non capisce una cippa, ed io ho sempre voluto dipingere, è solo che ’ste due benedette parole sono così simili che le confondo sempre e così al mio primo colloquio di lavoro, invece di presentarmi come scenografo, o detto che ero uno sceneggiatore. Quegli idioti ci hanno creduto ed eccomi qui.

D:        Lost però è una vostra creatura…
Abrams:           Sissignora, si possono toccare queste? (allungando le mani verso le mie tette ndr)
Lindelof:           Si è roba nostra…

D:        Non sembri tanto contento.
Abrams:           Cosa porti? Una quarta abbondante se non erro…
Lindelof:           Il fatto è che le cose si sono un po’ complicate…

D:        Perché?
Lindelof:           Vedi, noi siamo partiti con quest’idea che non era neanche tanto male, una sera non molto diversa da questa. JJ ed io avevamo bevuto di brutto, e ci ballava tutto davanti agli occhi, tanto che JJ (a questo punto lo indica ed Abrams prorompe in un rutto che, ve lo giuro, non finiva più ndr) scherzando, ha detto che gli sembrava di stare su un aereo che precipitava. Sa com’è abbiamo cominciato a ridere su sta cosa… dove potevamo cadere… un’isola. E cosa potremmo trovarci su un’isola… bla bla bla… ed a JJ è venuta l’idea di una serie incentrata tutta sui sopravvissuti di un incidente aereo in cui, alla fine, con un’incredibile colpo di scena, si scopriva che in realtà erano tutti morti…

D:        Ma voi avete più volte dichiarato che quet’ipotesi non corrisponde alla verità.
Abrams:           E dai, fatti dare almeno un pizzicotto.
Lindelof:           E cosa dovevamo fare? A noi quest’idea era sembrata una gran ficata, ma dopo pochi episodi in tutto lo stramaledetto web era pieno di teorie sull’isola purgatorio, etc etc… praticamente ci avevano "sgamato" tutti. Abbiamo dovuto negare per forza…

D:        Mi stai dicendo che in realtà, quindi, sono tutti morti?
Abrams:         E chi lo sa… ormai chi può dirlo (e scoppia a ridere come un ebete ndr). Lo scopriremo solo vivendo… amando… toccando… (allunga di nuovo le mani ed io gli devo mollare un ceffone ndr)
Lindelof:           Ovviamente no… smentita ufficialmente l’ipotesi purgatorio, abbiamo dovuto fare marcia indietro in tutta fretta… e qui sono cominciati i problemi seri.

D:        Che tipo di problemi?
Lindelof:           Beh vedi, noi avevamo seminato tutta una serie di indizi che andava in direzione dell’isola come anticamera dell’aldilà. Dovendo cambiare tutto, si poneva il problema di dare a tutti questi indizi una coerente chiave di lettura alternativa… al contempo, la serie doveva andare avanti, mica potevamo fermarci a riflettere… gli sponsor ci avrebbero "scucito il mazzo" come diciamo noi in gergo.

D:        Quindi che soluzione avete adottato?
Lindelof:           Abbiamo assunto una seconda squadra di sceneggiatori. Mentre la squadra A, condotta da JJ, si concentra sulla prosecuzione della storia, lavorando agli episodi successivi, la squadra B, gestita da me, cerca di rielaborare tutti gli indizi disseminati fino a questo momento per trovare un finale soddisfacente…
Abrams:           Sì ma è tutta una cazzata, non funzionerà mai.

Lindelof:           Avrebbe funzionato egregiamente se tu non fossi una testa di cazzo!
Abrams:           E che dovevo fare? In qualche modo bisognava andare avanti, no? O gli facevo fare i naufraghi normali, mentre tu trovavi la genialata? Senza un po’ di pepe non ci guarderebbe più nessuno!

D:        Percepisco un certo attrito, qual è il problema?
Lindelof:           Il problema è che mentre noi elaboravamo gli indizi, JJ che improvvisamente è diventato un gran creativo, ha continuato a far succedere cose strane nei nuovi episodi. Cose completamente slegate tra loro, effettacci per aver i colpi di scena… apparizioni… fumi assassini, bottoni da pigiare, ed altre cazzate simili. Così, ogni volta che noi della squadra B ci avvicinavamo ad una possibile soluzione, dovevamo fare i conti con un nuovo elemento inspiegabile che ci portava a dover ricominciare tutto daccapo…
Abrams:           Era inevitabile… the show must go on… ehm, ma tu ce l’hai le mutandine?

D:        Quindi adesso cosa pensate di fare?
Lindelof: Attualmente abbiamo inserito una nuova squadra di sceneggiatori che si occupa di fare da raccordo tra la squadra A e la squadra B, prima che la situazione diventi irreparabile… ma la vedo dura.
Abrams:           Damon è un pessimista… va bene così. Faremo un gran casino, ho già una grande idea per confondere tutto inserendo una realtà alternativa, così potremo anche allungare il brodo raccontando parallelamente i due diversi piani esistenziali e poi torneremo al mio finale originale senza che gli spettatori capiscano di essere stati presi per il culo. In fondo il pubblico ha la memoria corta, basta buttar loro fumo negli occhi…

Lindelof:           Non parlare di fumo! Quella è stata una gran cazzata!
Abrams:           Ma che dici? L’idea del fumo spacca!

Lindelof:           Era un mostro ed un mostro doveva restare…
Abrams:           Non capisci niente…

D:        Visto che siamo in argomento… cos’è questo fumo?
Lindelof:           Non ne abbiamo la più pallida idea, qualcosa inventeremo…
Abrams:           Io continuo a dire che l’idea dei fagioli andava bene.

Lindelof:           Ma fammi il favore! Secondo JJ il fumo doveva essere originato dai peti di chi aveva mangiato una particolare scorta di fagioli, oggetto di un esperto alimentare della dharma.

D:        Ma quindi, mi state dicendo che non c’è speranza di avere un finale che chiarisca tutto?
Lindelof:           Ma non lo so. Noi ci stiamo provando, ma la vedo davvero dura. Ormai sono troppi gli elementi inspiegabili che Jj ha schiaffato nella serie…
Abrams:           Ma non è vero! La gente ha la memoria corta, il 50% delle puttanate che ho scritto manco se lo ricordano più, prendi i glifi…

D:        I glifi?
Lindelof:           Un’altra trovata del genio. Nel Botolone che avevano trovato sull’isola c’era un contatore con un pulsante che andava premuto ogni 108 minuti. Non rispettando questo protocollo il contatore impazziva e comparivano dei glifi egiziani… roba senza senso…

D:        Perché proprio dei Glifi?
Abrams:           Ma chissenefrega… perché era fico…
Lindelof:           Inizialmente, dopo lo zero, JJ voleva che comparissero le facce dei Jackson Five, ma trovare poi una spiegazione a questo fenomeno sarebbe stato davvero impossibile ed anche come effetto drammatico faceva un po’ cagare. La seconda opzione era che uscisse la scritta "fuitevenn’" che in napoletano vuol dire scappate. Purtroppo, però, non tutti comprendono l’idioma campano, e questo avrebbe potuto generare sgomento ed incertezza. Nella terza opzione si è pensato di far uscire le scritte bar bar bar (o in alternativa i tre limoni) ma l’unione consumatori ha protestato considerandolo un incitamento al gioco d’azzardo. Dopo aver provato rispettivamente a far uscire le foto dell’ultimo calendario di Selen, le figurine dei calciatori e la ricetta della sacher torte, senza particolare successo, JJ ha pensato di mettere i glifi. Il vantaggio di questi simboli è che ognuno può interpretarli come vuole... in questo modo, qualcuno imbroccherà anche un’interpretazione che possa avere una parvenza di logica...
Manco a farlo apposta, subito dopo si è scatenata un enorme polemica sul significato dei simboli che ha coinvolto anche membri emeriti della comunita scientifica…

Abrams:           Emeriti stronzi (e scoppia a ridere ndr)
Lindelof:           Per esempio, il Prof. Karl Heinz Stubbendorferner, esimio docente di egittologia all’università di Dresda, dopo aver esaminato attentamente i simboli ha detto che, fermo restando che degli egiziani in realtà non abbiamo ancora capito un beneamato accidenti, il messaggio che compare sul timer sembra di una semplicità elementare. L’uccello è un uccello. Il simbolo che lo precede, rappresenta invece un obelisco, e per la precisione l’obelisco oscuro, che in questo caso ha una valenza di privazione o negazione che dir si voglia. L’ultimo simbolo rappresenta la classica lingua biforcuta, che, nella tradizione egizia, sta a significare impossibilità di sentire il sapore dello zucchero. Mentre il primo simbolo, è quello del caffè espresso. Su questa base, pur senza aver potuto identificare il simbolo mancante, il messaggio è ovvio: "Adesso sono uccelli senza zucchero!" o anche "mo’ so’ cazzi amari. In risposta a questa sua asserzione il baronetto Sir Andrew Fitzgerlad MacBurger, ha replicato diffondendo un breve dispaccio in cui sostiene che l’esimio collega tedesco, non è in grado di distinguere un obelisco dal calco del membro di Rocco Siffredi, e che quindi non ritiene degna di rilievo la sua interpretazione. A suo avviso il messaggi va così interpretato: "Papè Satan, Papè Satan aleppe". A questo punto Stubbendorferner, altamente irritato, ha ipotizzato che MacBurger sappia distinguere l’obelisco dal membro di Rocco Siffredi, avendoli provati entrambi più e più volte e da questo momento in poi, la disputa si è spostata su toni difficilmente riportabili su questo Forum.

Abrams:           e l’audience sale!
Lindelof:           e noi invece affondiamo… nella merda!

D:            Non c’è proprio speranza?
Lindelof:   Che devo dirti? Un modo per spiegare tutto ci sarebbe pure... l’ha ideato un reparto di scienziati della Massachusets University, combinando il paradosso temporale, alla teoria della relatività, alla discrepazna quantistica, alle teoria dei reticoli, l’antimateria, l’eugentica vettoriale e la disincrazia ermeneutica, attravreso 7500 pagine di trattato si è giunti a combinare tutti i nostri indizi... ma solo un fottuto genio con 3 lauree potrebbe capire la spiegazione!

D:        Previsioni per il futuro?
Lindelof: (guardandomi con aria smarrita):        io non sono in grado di prevedere più niente. Ho 48 persone che lavorano giorno e notte a questo progetto, ma sai una cosa? La verità è che siamo più persi noi di quegli stramaledetti naufraghi…

 (a questo punto è scoppiato a piangere come un bambino. Abrams invece, ha cercato di sfilarmi gli slip, sbavando come un assatanato ed a questo punto sono dovuta scappare in tutta fretta ndr)

Fine dell’intervista.

(Si ricorda che dove non specificato diversamente, i contenuti di questo blog sono regolati dalla vigente legge sul diritto d’autore)

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