martedì 15 aprile 2008

Musica, parole... e culi: intervista a Dario Carraturo

D:        Allora, signor Carraturo, in più di un'occasione lei ha dichiarato che senza musica non saprebbe vivere, la domanda quindi è quasi d'obbligo: cos'è per lei la musica?
R:         Oh… ecco, mmmh… bella domanda.


D:        Ci dia una bella risposta, allora…

R:         Vediamo… potremmo dire… (esita con lo sguardo perso nel vuoto ndr)

D:        Coraggio, lo dica pure con parole sue.
R:         Spiritoso. Non lo so, la prima cosa che mi viene in mente?

D:        Spari.
R:         Allora diciamo che la musica è una di quelle cose per cui vale la pena vivere.

D:        Accidenti…
R:         Eh sì.

D:        Una cosa importante allora.
R:         Abbastanza.

D:        Vogliamo chiarire il concetto?
R:         Se non se ne può fare a meno…

D:        Chiariamo che è meglio. Si fidi…
R:         Ok allora mettiamola così: immaginiamo per un attimo che non ci sia assolutamente niente dopo la morte…

D:        Che pensiero deprimente.
R:         Assolutamente, ma è solo per fare un esempio. Voglio dire, io mi auguro fermamente che non sia così. Ci spero in qualcosa dopo la morte… qualsiasi cosa. Ma, ipotizziamo, invece, che con la morte finisca tutto…

D:        Ok… in questo caso direi che sarebbe una bella fregatura.
R:         Esatto. E la prima cosa che viene naturale chiedersi è: ma a che serve allora tutto questo… vivere? A niente! Tanto dopo una manciata di anni finiamo per dissolverci nel nulla, no?

D:        Vabbè passiamo alla seconda domanda?
R:         No no… arrivo subito al punto. Quando mi prendono questi pensieri, come ha detto giustamente lei, un po' deprimenti, la risposta vagamente consolatoria che riesco a darmi è che comunque, per quanto destinato eventualmente (ma speriamo di no) a scomparire. Ci sono alcuni momenti, ed alcune cose, nella vita, che anche se non sono in grado di dare un vero e proprio senso al tutto, lo rendono, se non altro, degno di essere vissuto. Una di queste cose, secondo me, è la musica…

D:        Lei è un vero ottimista.
R:         Me lo dicono tutti.

D:        E perché, tra tutte le forme d'arte, proprio la musica?
R:         Boh, non lo so. Perché mi entra subito in circolo, probabilmente. Ho sempre avuto un legame piuttosto stretto con la musica fin da piccolo. Sa, mio padre era tenore e mi portava in turnè con lui. Sono cresciuto a botte di Tosca, Lucia di Lammermoor, Trovatore etc etc… Di base sono abituato ad essere accompagnato sempre da una colonna sonora, capisce? Il silenzio non mi è congeniale. E poi, riflettendoci, credo che ci sia un legame abbastanza forte tra quello che faccio io, cioè scrivere… e fare musica.

D:        In che senso scusi?
R:         Beh ci pensi un attimo… lo scrittore cos'è se non un musicista delle parole?

D:        Oddio, questa frase a effetto se l'era preparata in anticipo, lo ammetta.
R:         No no… giuro. Mi è venuta fuori in modo estemporaneo, ma più ci penso e più mi convinco che è così. Mi segua…

D:        Dove?
R:         Nel ragionamento…

D:        Ah certo! Scusi…
R:         Allora: una singola nota, presa a sé stante, non rappresenta niente, giusto? E' solo una nota! Do… Mi… un suono senza un perché. Ma nel momento in cui prendi quella singola nota e la metti insieme ad una manciata di altre note, e lo fai nel modo giusto… crei musica.

D:        Sì, mi sembra abbastanza corretto.
R:         Beh, con le parole è lo stesso. Prendi una sola parola e non vuol dire niente. Ma se la combini nel modo giusto con altre parole…

D:        Fico questo parallelo…
R:         Grazie. Quindi, come vede… un musicista ed uno scrittore fanno la stessa cosa.

D:        E lei è…?
R:         Uno scrittore!

D:        Sì certo, mi scusi.
R:         Comunque, alla fine tutto questo non c'entra un tubo con la domanda che mi ha fatto, era solo per chiarire che sento istintivamente un legame abbastanza intenso con chi fa musica. E quando le note sono quelle giuste, mi emoziono sempre.

D:        E a parte la musica?
R:        Eh?

D:        C'è qualcos'altro per cui vale la pena vivere?
R:         Uh… sì certo. Voglio sperare di sì. Un mucchio di cose…

D:        Per esempio?
R:        Beh… tanto per fare un esempio, il primo bacio ad occhi chiusi. E' uno di quei momenti che hanno un certo "significato"… e poi… anche la prima volta che… insomma ha capito no? Quella prima volta lì… sempre che sia venuta bene, altrimenti la seconda. Poi, tenere il proprio figlio tra le braccia, assolutamente. Ed anche la prima volta che ti si addormenta addosso… il sorriso della donna che ti ama…

D:        Il primo tramonto o la prima alba?
R:         Anche, per alcuni. Non per me…

D:        Cioè, a lei l'alba… non fa effetto?
R:         No no, naturalmente mi piace. E' bella l'alba, solo che il sole tende a sorgere un po' troppo presto per i miei gusti. Ed il tramonto è un po' troppo scontato… si ripete ogni sera, difficile che possa in qualche modo, sorprenderti. Capisce? Quindi sì… l'alba e il tramonto sono fenomeni gradevoli, ma non li eleverei a momenti in grado di rendere, da soli, la vita degna di essere vissuta.  A meno che non capitino in circostanze particolari…

D:        Uh… la credevo più romantico.
R:         Solo perché scrivo non vuol dire che debba essere così scontato.

D:        Già perché il sorriso di una donna che ti ama, invece, è una risposta originale, vero?
R:         Le dirò francamente che lei mi sta un po' sui coglioni.

D:        Sì me lo dicono spesso… vabbè finiamo 'st'intervista, forza. C'è qualcos'altro da aggiungere all'elenco? Per esempio, mi dicono che lei vada pazzo per gli yoyo.
R:         Sì mi piacciono, ma non li considero così importanti.

D:       Ma come le è venuta questa fissa?
R:         Non vuole saperlo davvero, mi creda.

D:        Ok ok... quindi, nient'altro da aggiungere?
R:        Beh un  bel culo… per esempio.

D:        Un culo?
R:         Beh sì… ma non un culo qualsiasi… cerchiamo di capirci…

D:        Un culo è un culo!
R:         Eh no! Esistono alcuni culi che sono speciali. Te li trovi davanti e sono come… apparizioni. Sono in grado di azzerare qualsiasi processo cerebrale… resti lì, imbambolato, a guardarli…  e capisci di essere fortunato ad essere lì…

D:        Ho capito...
R:        Perché vede... molti  sono fissati con le tette grosse. Chiariamoci, non che le tette non mi piacciano. Mi piacciono  eccome!

D:        Le si sta facendo lo sguardo vitreo, lo sa?
R:         Stia tranquillo, è tutto sotto controllo.Volevo solo precisare che, secondo me, un bel culo è molto più difficile da trovare, rispetto a un bel paio di tette.

D:        Ho capito… vabbè direi che possiamo chiuderla qui…
R:         Ho toppato?

D:        No è che… stava andando davvero molto bene. Quella faccenda delle parole e delle note, mi era piaciuta…
R:         Bella vero?

D:        Sì peccato che poi abbia tirato in ballo i culi…
R:         E' stato più forte di me.

D:        Allora… arrivederci.
R:         Aspetti!

D:        Sì?
R:         Volevo dirle delle Lacrime della Terra…

D:        La prego, non possiamo tirare in ballo ogni volta il suo libro…
R:         Lo so, ma è molto bello. Sa com'è nata l'idea? Ehi!? Aspetti… dove va? Guardi che non è carino comportarsi così… voglio dire, io in quel libro c'ho messo l'anima… e su, mi faccia una domandina sulle lacrime della Terra! Per piacere!

D:        Arrivederci.
R:         Chiunque lo voglia comprare, bisogna provare online...

D:       Arrivederci!
R:       E' inutile cercarlo in libreria, solo su qualche sito tipo IBS!

D:       Arrivederci!!!
R:        Gnhhh...

7 commenti:

  1. Interessante...
    Tornerò con calma.

    RispondiElimina
  2. naturalmente sei la benvenuta

    RispondiElimina
  3. la musica per te, come la psicoanalisi per me.

    RispondiElimina
  4. non sono riuscita a trovare il libro nel link libreria del faro, ho cercato nel catalogo tilapia e in quello gesco. dove lo trovo?

    RispondiElimina
  5. http://www.libreriadelfaro.it/spip.php?article10&scheda=dettaglio

    il libro è qui...

    RispondiElimina
  6. grazie vado a vedere.

    RispondiElimina
  7. la fantascienza è un genere che di solito non leggo, ma intrigano gli spazi sconfinati e la mescolanza di generi. mi piace leggere qualcosa di cui, poi, posso parlarne con chi lo ha scritto.

    RispondiElimina