L’ultima volta che ho detto che sarebbe stata l’ultima volta
non è mai stata davvero l’ultima volta.
Le nostre vite si snodano lungo strade impervie disseminate
di “ultime volte” quasi fossero pietre miliari
messe lì a ricordarci l’assoluta inaffidabilità dei nostri buoni
propositi.
Del resto, quando sei davvero convinto di non voler far più
una cosa, non hai bisogno di proclamarlo.
Dire “questa è l’ultima volta” non è
altro che un disperato e patetico tentativo di autoconvincerci che ce la
possiamo fare, sventolato con ostentata pervicacia tutte le volte in cui siamo
ben consapevoli di non potercela fare.
E’ l’ultima volta che mi accendo una sigaretta, è l’ultima
volta che spendo lo stipendio in gratta-e-vinci, è l’ultima volta che faccio le
tre di notte a guardare serie tv, è l’ultima volta che bevo l’impossibile e poi
vomito anche l’anima, è l’ultima volta che mi metto a litigare con qualche
coglione che manco conosco qui su fb, è l'ultima volta che gioco al multiplayer di Call of Duty.
Il problema di certe frasi è che non c’è alcuna
proporzionalità tra la facilità con cui si possono pronunciare, non senza un certo
beota autocompiacimento, e la reale devastante difficoltà di metterle poi in
pratica, e la cosa peggiore è che, mentre pronunciamo le fatidiche parole,
sappiamo benissimo che ci stiamo prendendo in giro da soli, ma non riusciamo a stare
zitti. Non riusciamo a rinunciare a quel sommesso e inutile piacere di sopravvalutarci,
almeno per qualche minuto.
Ma adesso basta! È l’ultima volta che dico che è l’ultima
volta…