lunedì 28 luglio 2008

Il tempo è uno stronzo

Non te ne accorgi subito perché, soprattutto quando sei giovane, tende solo a sfiorarti e il suo tocco ti appare come poco più di una carezza.
Ma questo succede perché il tempo è furbo, oltre che stronzo, e quindi non vuole allarmarti. Non vuole darti la possibilità di metterti sulla difensiva… preferisce abituarti bene in modo che, quando comincerà a colpirti davvero, farà più male.
Così all'inzio, son tutte rose e fiori. Sei solo un ragazzino sciocco e vorresti che il tempo passasse il più rapidamente possibile, perché essere ragazzino non fa per te, perché ti senti già pronto per fare l'adulto, e hai fretta, una fretta frettissima forsennata e insensata.
Fondamentalmente non capisci un cazzo.  E questo lui lo sa... quindi sta al tuo gioco. tanto, adifferenza di te, lui ha tutto il tempo che vuole.
E dopo un po’ te ne accorgi... che non capivi un cazzo.
E ti accorgi che il tempo, improvvisamente, non solo ha cambiato marcia, ma ha cambiato anche atteggiamento.
Adesso sa di aver preso il controllo e non gliene frega più di fare la parte dell'amico.
Questo, ovviamente, perché il tempo è uno stronzo.
Così, improvvisamente, ti rendi conto che il tempo ci sta dando dentro con calci e pugni. Ti arrivano da tutte le parti e, tra una botta e l’altra, realizzi una cosa ovvia ma alla quale, fino a quel momento, rifiutavi di pensare: che il tempo travolge ogni cosa, te compreso.
Stai invecchiando… e non c’è niente, niente di niente, che tu possa fare per cambiare questo dato di fatto. Porca puttana!
Puoi sentirti giovane, puoi portarti bene gli anni che hai, tenerti in forma, gratificare il corpo e lo spirito con tutti i cazzo di piaceri che ti vengono in mente. Puoi piangerti addosso, puoi coprirti di ridicolo giocando a fare il ragazzino o puoi cercare di vivere al meglio e di goderti il presente. Ma ciò non toglie che, dopo un attimo, il presente sarà già passato, perché quello stronzo del tempo se l’è portato via.
E la cosa peggiore è proprio questa, che il tempo oltre ad essere stronzo… e furbo… è anche ladro.
Un ladro maledetto sempre pronto a impossessarsi della tua vita, dei tuoi ricordi per portarseli chissà dove.
La tua vita, i tuoi ricordi, roba tua, intima, importante! Momenti preziosi che dovrebbero accompagnarti fino alla fine dei tuoi giorni e che invece sbiadiscono nel tempo, trasformandosi in ricordi sfocati, incerti o, nella peggiore delle ipotesi, svanendo completamente. Per colpa del tempo!
E si tratta di una cosa grave, perché noi siamo i nostri ricordi. Questa è l’unica cosa che ci rende ciò che siamo e che ci distingue dagli altri. Certo, qualcuno potrebbe dire che non è così,  che c’è sempre l’anima… ma non lo so, per me l’anima è il soffio di una menzogna che abbiamo rubato a dio. Che ci sia davvero è tutto da vedere, e non ci scommetterei più di 10 euro sopra.
I ricordi no, cazzo! I ricordi sono una cosa reale, tangibile. Sono la nostra storia, il tappeto su cui edificare il futuro, e quelli sono sacri. Qualcuno dovrebbe dirglielo al signor tempo, di tenere le sue luride zampe lontano da noi.
Qualcuno lo faccia, se trova il modo di comunicare con lui. Io, al momento, sono troppo incazzato.
A proposito, l’ho già detto che il tempo è uno stronzo?

domenica 13 luglio 2008

Sensi di Colpa

Mi piace guardarla mentre si riveste.

C’è qualcosa, nel modo in cui si copre, che la rende ancora più seducente di quando si spoglia. Qualcosa che la rende magica.

Ci ho riflettuto molto e la parola che, secondo me, rende meglio l’idea di ciò che lei è e sa essere per me, è “delizia” nell’accezione piena del termine, vale a dire: motivo di eccezionale godimento dei sensi o dello spirito. Lei è esattamente questo, un eccezionale godimento dei sensi e dello spirito.

Naturalmente lei lo sa che mi fa impazzire e si riabbottona lentamente, guardandomi con la coda dell’occhio e con il delicato accenno di un sorriso compiaciuto, per controllare che non mi stia perdendo lo spettacolo. Ed io l’adoro anche per questo.

Ma oggi c’è qualcosa che non va. Una leggera inquietudine che le vela lo sguardo… qualcosa la turba ma, come sempre, preferisce non parlarne fino a che non farò il primo passo.

«Che c’è tesoro?» le chiedo.

Lei fa finta di niente, scherza un po’, poi non può fare a meno di dirmelo: «ma tu non senti mai qualcosa tipo… non lo so, sensi di colpa?»

Sospiro. Sapevo che prima o poi sarebbe venuta fuori la questione e so anche cosa rispondere.

«Assolutamente no, perché dovrei?»

«Per esempio perché sei sposato».

Ancora con questa storia.

«Ne abbiamo già parlato, tesoro…»

«Parliamone ancora…» insiste.

«Ma di cosa dovremmo sentirci in colpa? Quello che facciamo è, spontaneo, naturale…»

«Scopiamo come maiali» precisa lei.

«Appunto… e con grande piacere reciproco, e quindi… cosa c’è che non va?»

Lei scuote il capo.

«Insomma se andassimo a cena fuori ci sarebbe qualcosa di male?» le chiedo.

«N…no certo».

«Se andassimo a vedere un bel film al cinema?»

«Neanche».

«E perché? Non starei comunque sottraendo del tempo alla mia famiglia?»

«Ma… non è che uno possa vivere sempre e solo per la propria famiglia» obietta Carla.

«Appunto…»

«Sì ma noi non andiamo al cinema, noi scopiamo!»

«E cosa cambia?» ormai l’ho portata esattamente dove volevo. So di avere ragione e lei non può più opporsi alla logica del mio ragionamento.

«Carla… se andassimo al cinema, o al ristorante, o ad un concerto, passeremmo del tempo piacevole insieme, godendo del cibo, dell’arte, della musica, insieme… e nessuno avrebbe qualcosa da ridire. Giusto? Noi invece facciamo sesso e come per magia la cosa diventa sporca, clandestina, immorale! Ma perché?» ho fatto tutta una tirata e devo fare una pausa per prendere fiato. Ne approfitto per sorriderle dolcemente e prenderle le mani tra le mie. «Perchè siamo ancora vittime di modi di pensare arcaici e bigotti, frutto di preconcetti religiosi da cui, invece, dovremmo affrancarci. E’ vero scopiamo e lo facciamo anche bene, e… siamo felici. Niente di quel che facciamo a letto riduce in qualche modo l’amore che provo per mia moglie o per i miei figli, e tu lo sai. Niente metterà mai in pericolo il mio matrimonio, quello che facciamo noi due è semplicemente, intrattenerci piacevolmente l’un l’altro, quando non sto con la mia famiglia. Tutto qui».

Carla sorride ed è bellissima.

«Lo so hai ragione» ammette, «è che ogni tanto penso che se gli altri sapessero, non capirebbero…»

«E’ per questo che non deve saperlo nessuno: questo è il nostro piccolo segreto…»

Annuisce. Ormai ha finito di rivestirsi e sta per uscire. Si è fatto tardi ed il nostro tempo è arrivato al termine, almeno per oggi.

«A proposito..» mi fa sulla soglia.

«Dimmi».

«Ho sentito mamma ieri, vorrebbe sapere che cosa hai deciso per Natale».

Sbuffo.

«Non fare così, lo sai che ci tiene ad avere la famiglia unita almeno a Natale…»

«Sì lo so… ma trovo che queste riunioni siano sempre così tristi».

«Verrà anche Luca da Padova… mancheresti solo tu…» insiste.

«E va bene» cedo «dille che ci sarò».

Mia sorella sorride soddisfatta, mi saluta con un bacio delicato e va via.

Io la guardo sorridendo come un ebete fino a che non è scomparsa oltre le scale, poi richiudo la porta e non posso fare a meno di pensare che, anche quest’anno, passerò un Natale di merda.

martedì 17 giugno 2008

Vecchio

Cosa credete che solo perché sono vecchio non capisca più certe cose?
Giovani sciocchi, sono vecchio è vero, ma non mi sono ancora rincretinito del tutto.
Quando vi vedo ridacchiare come due cretini, mano nella mano, mentre salite le scale che portano al piano di sopra, con l'aria di due bambini che stanno per rubare la marmellata, so bene cosa state pensando.
E non c’è bisogno di studiare i vostri sguardi desiderosi, con cui sembrate volervi strappare i vestiti di dosso. Non c’è bisogno di interpretare il modo in cui la sua mano ti spinge in avanti, posandosi sulla tua schiena e scivolando giù, arrestandosi appena al di sopra del sedere. Non c’è bisogno di guardare il modo in cui sbirci verso di me, prima di chiudere la porta della tua stanza, per assicurarti che io sia qui, innocuo come sempre, sulla mia poltrona, davanti al televisore. Non c’è bisogno di tutto questo per capire quali siano le vostre intenzioni.
Non ce n’è bisogno perché queste cose io le so bene. Le ho fatte prima di voi, e, concedetemi almeno questo, ho abbastanza esperienza per riconoscere la fregola di due adolescenti.
Non che ci sia niente di strano, in questo.
Anzi... è perfettamente naturale.
E io sono abbastanza vecchio per rendermene conto, e per far finta di niente. Ho abbastanza esperienza per non tentare di contrastare un evento assolutamente inevitabile, e quindi mi metto da parte, lasciandovi soli, così come mi metterei da parte davanti ad un fiume in piena o ad una mareggiata.
E, fortunatamente, sono abbastanza vecchio da potermi consentire anche di essere preso per un cretino, senza che questo possa farmi veramente male.
Se questo è il prezzo per regalarvi qualche minuto di complice solitudine... posso accettarlo.
Certo tu sei la mia nipotina, e mi fa un certo effetto pensare che, da qui a pochi minuti, molto probabilmente, ti stenderai sul letto con fare ammiccante. Che gli offrirai il tuo corpo, e che vorrai il suo, smaniosamente dimentica di qualsiasi altra cosa che non sia il piacere reciproco che riuscite a darvi.
Sei la mia nipotina, ti ho visto nascere. Ma sei cresciuta adesso, e anche se hai solo diciassette anni, il tuo corpo non ha niente da invidiare a quello di una donna matura. Anzi, semmai sono loro che devono invidiarti.
Non ce l’ho né con te, né con lui, per quello che fate. E’ normale.
Siete giovani e bruciate di desiderio.
Vi immagino, proprio in questo momento, mentre vi spogliate reciprocamente, con la furia giocosa che è propria della giovinezza. E poi i baci, disseminati sul tuo corpo dalla sua bocca tremante e appassionata, proprio come facevo io con tua nonna.
Non ce l’ho con te… davvero.
Quello che mi secca un po’, se devo essere sincero, è la vostra presunzione.
Perché voi mi avete relegato nel limbo, con un solo sguardo. Vi è bastato vedermi vecchio, stanco, in pantofole, per archiviarmi in un angolo della vostra mente, tra le cose in disuso, che non si portano più, come un dinosauro. Meno di un dinosauro, perché anche i dinosauri meritano più considerazione, dopo Jurassic Park.
Un dinosauro te lo vai a vedere, al museo, ed è in grado di suscitare ancora sguardi di stupita ammirazione. Io neanche quello. Forse perché anche se sono in via di estinzione non mi sono ancora estinto del tutto.
Non sono ancora morto. Quindi è un po’ presto per impagliarmi ed appendermi al muro, come un trofeo... e voi, non sopravvalutate troppo le vostre turbinose prestazioni, non è il caso.
Voi giovani date troppe cose per scontate.
La televisione vi abitua a vedere corpi nudi allacciati in coreografiche rappresentazioni sessuali fin dall’infanzia, e voi crescete con tutte queste cose intorno, come se fossero banali ammennicoli della vita, ma non è così.
Voi ragazzine ostentate il vostro corpo come una bandiera. Non so cosa vi diano da mangiare, per farvi così, ma buon Dio... viva l’alimentazione del duemila. Dicono che mangiamo solo porcherie, che il pesce è al mercurio, il pollo agli estrogeni, le mucche sono pazze ed il prosciutto è pieno di polifosfati, ma io non ricordo che ai miei tempi ci fosse tanta grazia di Dio.
Siete terribili, con quei vostri corpi magri, gli ombelichi da fuori, come a dire che il centro del mondo è lì, e le porte del paradiso pochi centimetri più in basso. Le magliette aderenti vi fasciano dei seni che sembrano di marmo. Come si chiamano quei vostri reggiseni? Push up? Spero che abbiano ricompensato chi li ha inventati, se lo merita.
Non sono così vecchio da non apprezzare tutto questo, credetemi. Anche se a volte ho l’impressione di essere diventato un vecchio guardone bavoso... e forse lo sono davvero, chissà?
Ma tutto questo... è troppo, capite?
Il ragazzo che in questo momento ti è accanto conosceva il tuo corpo già prima che tu gliene facessi dono. E anche se, sicuramente, non scorderà mai il giorno in cui, per la prima volta, le sue mani hanno seguito il contorno delle tue cosce, per lui era un piacere già... scontato.
Non ha avuto niente che già non si aspettasse. Certo, la realtà supera sempre ogni aspettativa, ma così il piacere ne viene in qualche modo ridimensionato.
E anche il modo in cui affrontate il sesso, è esasperato: come se fosse un fast food. No, così non va bene.
Mordi e fuggi. Godi e scappa via... e poi sotto un altro... e poi proviamo qualcosa di nuovo, io sotto e tu sopra, tu sopra ed io sotto, di lato, da dietro, in tre... tutto e subito!
Vi ci buttate con fretta e bramosia, come se non aveste tempo davanti a voi. Piccoli piraña del sesso che non siete altro.
Ma, in tutto questo, in fondo, non ci sarebbe niente di male, se non fosse che nel vostro modo di concepire l'esistenza diventa l'unico modo giusto di amare. Senza un minimo di considerazione per chi è più anziano di voi e potrebbe insegnarvi qualcosa di... diverso.
Per voi ciò che è vecchio è irrimediabilmente superato. Anche i sentimenti... anche il sesso. E in questo modo sancite definitivamente la mia inutilità.
Io non so quanti anni mi restano ancora da vivere. Pochi di certo.
Ma la morte non mi spaventa, è un pensiero che ho imparato ad accettare.
Quello che però non riesco a perdonare a Dio. Quello che mi fa impazzire, è questa morte prima della morte. Questa vecchiezza che afferra i nostri corpi e li sgretola senza pietà. Spremendoli, polverizzandoli, e svilendoli... privandoli di scopo e dignità in colpo solo.
Io sono ancora me stesso. Mi sento ancora me stesso!
Ma non lo sono più.
Lo specchio mi dice che sono un bugiardo ogni volta che guardo la mia immagine riflessa.
Vecchio.
Questo sono.
Ma ricordo ancora troppo bene cos'era essere giovane.
Le emozioni, le sensazioni, il desiderio, sono ancora con me... solo che il corpo non le supporta più. Come un vecchio computer al quale si chieda di far girare qualche nuova applicazione. Visto? Riesco a fare persino ardite metafore ipertecnologiche.
Tu non ci pensi, mentre fate l’amore. Per voi è tutto così ovvio, come sarà ovvio l'orgasmo che verrà a calare il sipario sui vostri corpi.
Eppure anch'io ho amato. Ho goduto... ho aspettato con nervosa impazienza l'ora dell'appuntamento con la mia ragazza, anticipando, col pensiero, il piacere che poi sarebbe venuto. Pregustandolo e figurandomi, secondo dopo secondo, ogni gesto, ogni bacio, ogni sensazione...
E ho amato una sola volta!
Una sola... non mi vergogno a dirlo.
Voi cambiate partner con la stessa facilità con cui si cambia un completino quando si fa un po' fuori moda. Tu, a 17 anni, sei già al tuo decimo o undicesimo ragazzo. E per te è normale.
Ognuno di loro ha avuto tutto, da te... e gli altri che verranno dopo non otterranno e non si aspetteranno niente di meno.
Se ti dicessi che io ho avuto solo lei, tua nonna, e nessun'altra. Se ti dicessi che solo lei ho toccato, solo lei ho amato, solo lei, in tutta la mia lunghissima vita. Rideresti di me, pensando che non capisco niente. Diresti che ho perso un sacco di occasioni, che non ho fatto esperienze, che un quindicenne ne sa più di me, che sono solo un vecchio, e mi archivieresti ancor più lontano, nel tuo scomparto mummie.
Ma che ne capite voi dell'amore? E del sesso... che ne capite alla fine?
Dovreste parlare di ginnastica, e sareste più nel vero. Il sesso è diverso.
L'erotismo è un'altra cosa, che non potete capire.
L'erotismo è un universo fatto di odori e sapori sconosciuti. Di suoni e parole sussurrate, a bassa voce... di luci soffuse, che mostrano e nascondono... scoprendo le nostre emozioni un poco per volta... stringendo la nostra anima e travolgendola come un uragano  per trasportarla dove, con la lucidità della ragione, non avremmo mai il coraggio di andare.
L'energia che si sviluppa tra un uomo ed una donna è come una droga, trasuda dalla nostra pelle quando siamo eccitati, è nel nostro respiro affannoso, quando facciamo l'amore, brilla nello sguardo degli amanti e quando ci prende entra dentro di noi senza incontrare ostacoli. In quel momento, non possiamo più liberarcene... ed è facile averne paura.
Allora lo riduci a qualcosa di meccanico. Per non temerlo. Allora ti butti tra le braccia di uno sconosciuto. Perché è più facile farsi scopare da uno sconosciuto che da uno che ti conosce davvero e può leggerti l'anima comprendendo i tuoi segreti più profondi.
Io e tua nonna, invece, non abbiamo mai avuto paura.
Io ho avuto solo lei. E lei solo me. E' vero. Ma tutto ciò che abbiamo avuto insieme l'abbiamo condiviso sin dalla nostra prima esperienza. Ognuno ha posseduto l'altro... interamente, e questa è una magia che voi non capirete mai.
E non è un fatto di moralismo. Non me n'è mai fregato niente della verginità o di quelle altre cavolate. Non ci ho mai tenuto ad essere il primo uomo di qualcuna, ma è bello che lo sia stato. Perché quel ricordo adesso è ancora in me, con tutti gli altri.
Lei era bellissima, sai? Proprio come te.
I suoi capelli erano più lunghi e ondulati. Ma a parte questo siete come due gocce d’acqua.
E ogni volta che ti vedo... mi sembra di vedere lei.
Ricordo ancora la nostra prima volta come se fosse ieri.
Avevo fatto sparire alcune coperte dagli armadi, per creare un piccolo nido su in soffitta, tra mobili antichi ed una vecchia pianola del bisnonno, e lì eravamo sgattaiolati, come due ladri, un pomeriggio in cui mia madre non era vigile come al solito.
Due candele per avere un po’ di luce, col rischio di dar fuoco a tutta la casa, ma chi ci pensava?
Noi... volevamo vedere tutto, capisci?
Perché guardarsi non era così scontato come oggi e fino a quel momento il suo corpo l’avevo solo immaginato, o intravisto appena, in fugaci incontri dietro l'ombra protettiva di qualche porta, rubando un bacio tra un baluginio del corpetto, sotto la camicetta, e una visione delle sue calze, con le mani che scostavano affannosamente le pieghe della gonna.
E così ci accoccolammo, lei tra le mie braccia, che quasi tremavano per l’emozione. La sua bocca nella mia, il corpo morbido - non mi ero mai accorto di quanto potesse essere morbido - la sua lingua impetuosa, quasi prepotente.
Fin dall’inizio, non sapevo dove saremmo arrivati o cosa avremmo fatto su quelle coperte. La volevo, certo, ma non sapevo cosa mi avrebbe concesso di sé.
Così avevo preso ad armeggiare con incertezza col suo bustino, aspettandomi da un momento all'altro di essere fermato dalla sua mano, e dopo quella che mi parve un’eternità, le avevo scoperto il seno.
I suoi capezzoli erano rosa pallido.
Ricordo che mi persi nella visione di quel bustino che si apriva liberando il seno dalla sua prigionia, e facendolo venire verso di me.
E quel colore rosa... stupendo.
Me li ero immaginati più scuri. Così, rimasi a fissarli inebetito, mentre riuscivo a pensare solo che era bellissima.
Lei sorrise. E io presi a baciarla appassionatamente sui capezzoli morbidi, mentre le mani scivolavano in basso, sotto la gonna e la sottoveste, a scioglierle i legami delle calze, a cercare il contatto con la pelle, lì, tra le cosce vellutate.
Una battaglia quasi disperata, per guadagnare centimetri di pelle, per sentirne la consistenza, sotto i polpastrelli. Per scoprire, ancora, con stupore, quanto potesse essere liscio il corpo di una donna, e come potesse essere inebriante il suo contatto.
E intanto pensavo furiosamente che non mi sarei fermato. Che non avrei potuto, neanche se me l’avesse chiesto.
Ma lei non me lo chiese.
Sembrava impossibile. Non credevo potesse succedere.
"E' un sogno" mi dicevo "non è realtà. E' solo un sogno" e, da quel momento in poi, non c'è stata volta in cui, facendo l'amore con lei, non abbia provato la stessa emozione di quel momento. Il ricordo del suo sguardo eccitato, deciso, che mi diceva "prendimi". E forse è per questo che ho amato sempre e solo lei, per tutta la vita.
Così. Quando ti vedo col tuo ragazzo, penso che... vorrei dirti tutte queste cose. Penso che, dovresti ascoltarle e che, in questo modo, potrei aiutarti a capire... ma so che non posso. Non ci riesco.
E mi abbandono sulla poltrona.
E tutto mi farebbe meno male, se tu non fossi così simile a lei.
Se non la rivedessi, ogni volta, giovane, che va a farsi "sbattere" da qualche ragazzino.
E comunque, potrei accettare tutto questo, davvero. So che potrei. Se non fosse per il fatto che mentre tu sei al piano di sopra, nuda e meravigliosamente provocante, io devo stare qui sotto davanti al televisore a vedere questa maledetta "Buona Domenica" del cazzo!



fine

giovedì 29 maggio 2008

L'oppio dei Popoli

Recentemente all’attenzione della sede Pontificia adibita all’applicazione delle pari opportunità religiose è stato sottoposto un problema alquanto spinoso.
In una scuola elementare dell’hinterland italiano, durante il periodo Natalizio, un bambino ha espresso il desiderio di disegnare Gesù Bambino. L’insegnante gli ha prima dolcemente suggerito di disegnare qualcosa di più semplice, ti po un SUV che travolge un extracomunitario che tentava di lavare i vetri a un semaforo (ovviamente rosso) vestito da babbo Natale (ovviamente l’extracomunitario e non il semaforo).
Alle insistenze del bambino l’insegnate si è vista, suo malgrado, costretta a strappargli il foglio.
Il giorno dopo, alle comprensibili proteste dei genitori, ha risposto spiegando che agli insegnanti è proibito dare orientamenti religiosi e che, se avesse fatto disegnare Gesù Bambino, per par condicio si sarebbe vista costretta a far disegnare anche Buddha, Visnu, Maometto, Manitù, Anansi, Arioch… e chi più ne ha più ne metta. E poi che cacchio c’entra il Natale con Gesù Bambino?
I genitori, indignati, hanno organizzato una delegazione parrocchiale che ha chiesto la sospensione dell’insegnante e il ripristino della santa inquisizione. Il Direttore didattico, in chiara difficoltà, ha replicato che poteva assecondarli sulla prima richiesta, ma la seconda era decisamente al di là delle sue possibilità.
Immediatamente una seconda delegazione di sindacalisti ha dato il via a una contromanifestazione chiedendo la riassunzione dell’insegnate e la messa la bando di qualsiasi religione con lo slogan “se la religione è l’oppio dei popoli, noi vogliamo direttamente l’oppio”. Anche per loro è stato possibile esaudire solo la prima richiesta. L’insegnante è stata dunque riammessa nella scuola a patto che, d’ora in poi, faccia disegnare ai ragazzi “quel che cazzo gli pare”.
Gli animi si sono sedati e tutti sono ritornati a casa felici in tempo per scartocciare i propri regali di Natale.
Il problema, tuttavia, è serio e cresce e si diffonde e tracima.
Gli insegnanti , diciamocelo, già da qualche tempo non contano più una beneamata minchia.
Una volta, quando un professore convocava i genitori per lamentarsi del comportamento di un alunno, il suddetto alunno veniva preso a calci nel sedere per tutto il tragitto da casa scuola e poi da scuola a casa… gli veniva sequestrato il gioco preferito e magari, andava anche a letto senza cena.
Al giorno d’oggi se un insegnante commette l’errore di convocare i genitori per lamentarsi di qualcosa, è lui che viene preso a calci in culo.
Tutto questo, sarete d’accordo con me, non aiuta la scuola.
Questi poveri sopravvissuti che ancora cercano di dedicarsi all’insegnamento sono come barchette in balìa di un mare in tempesta e questa confusione sul corretto atteggiamento da prendere rispetto alle questioni religiose peggiora la situazione. I docenti non vedono terra, quindi, di tanto in tanto, perdono la brocca e magari vietano di disegnare Gesù Bambino… ma è comprensibile.
Metti il crocifisso, togli il crocifisso, fai catechismo, non fare catechismo, tutte le religioni sono importanti! Non siamo monotematici... e monoteisti. Parla del Natale... ma non parlare del Natale  conferendogli connotazioni troppo religiose, perché poi fai torto a tutti quelli che religiosi non sono e  chi non lo festeggia potrebbe prenderla male!
Monsignor Anton Giulio Maria La Mazza, capo delle pari opportunità, intervistato dal sottoscritto sorride confuso: “purtroppo il periodo è difficile anche per noi, subiamo attacchi costanti dall’opinione pubblica, la nostra ingerenza viene vista come un gesto ideologicamente prevaricatorio quando noi cerchiamo solo di fare quel che la Chiesa ha sempre fatto dalle origini ai giorni nostri: aiutare il prossimo, obiettivo che si può raggiungere solo manipolando le masse e facendo loro il lavaggio del cervello. Inoltre ci tengo a precisare che il Natale è nostro! Ci appartiene, checchè ne dicano i vari babbi natale, le multinazionali di bibite, e gli insegnanti che stracciano i bambin Gesù!  Apra un vocabolario e guardi alla voce Natale, leggerà: 1 agg. Corrispondente al luogo o alla data di nascita -  2 s.m. il giorno della nascita 3 s.m. pl. Nascita, origine. Ed ora mi spiega di quale nascita vuole che si parli? Cosa dovremmo festeggiare ‘sto cazzo di 25 dicembre, se non la nascità di Gesù! Aridatece il Natale!”
In effetti bisogno prendere atto che vige una gran confusione tra ciò che è religioso e ciò che religioso non è. In un'altra scuola di cui non faccio il nome, un insegnante che aveva in classe un bambino proveniente da una tribù di antropofagi del Borneo, ha tenuto un'illuminante lezione sul cannibalismo rituale facendo un ardito paragone con l'ostia cristiana, e suscitando il plauso delle più estreme frange veterocomuniste, ma il giorno dopo l'intera classe ha cercato di cucinare il bidello, e il professore è stato sospeso.
In un'altra classe ancora, un bambino ha disegnato un etereo Rocco Siffredi dal membro enorme. Quando è stato sgridato ha spiegato che era la sua rappresentazione dello Spirito Santo un attimo prima di fecondare Maria. Naturalmente il professore ha strappato il foglio. Il giorno dopo i genitori del bambino e Rocco Siffredi sono andati a lamentarsi e il professore è stato sospeso, anche se pare che adesso abbia messo su una casa di produzione pornopedagogica.
I casi di insegnanti di religione ricoverati per grave esaurimento nervoso e disturbi psicotici diventano sempre più numerosi. Alri, in preda a forme di delirio di onnipotenza, hanno fondato vere e proprie religioni alternative come il “culto del Fagiolo Rivelatore” che raccoglie proseliti da ogni parte del mondo e altri ancora si sono trasformati in pericolosi blogger. Insomma, di questo passo la situazione ci sfuggirà presto dalle mani. La scuola è già abbastanza rovinata per i cazzi suoi senza bisogno di aggiungere anche sterili disquisizioni religiose.
Diamo dei riferimenti a questi poveri docenti, aiutiamoli... invece di crocifiggerli, che già ne abbiamo crocifisso uno, in passato, e ancora ne stiamo pagando le conseguenze.

mercoledì 28 maggio 2008

Il paradiso può attendere

Amore, lo so che sei triste per la tua tartarughina, ma la vita a volte è imprevedibile...
Nessuno avrebbe immaginato, quando l'abbiamo comprata, che sarebbe cresciuta fino a raggiungere le dimensioni di un piccolo dinosauro e che, spesso e volentieri, avrebbe scavalcato la vasca in cui la tenevamo. Nè potevamo immaginare che ieri dopo essere evasa per l'ennesima volta, avrebbe attraversato tutta la casa fino al balcone per poi tuffarsi dal terzo piano in un impeto suicida...  ma è andata così.
Tu, però, non devi essere triste perchè lei adesso sta infinitamente meglio... è andata nel paradiso delle tartarughe, un immenso oceano  di acqua cristallina dove può nuotare felice insieme alle sue amichette... capisci?


E se incontra uno squalo?


Eh?!?


Se in quell'oceano incontra uno squalo? Muore un'altra volta?

Ma, ma... amore non ci sono squali in quell'oceano.


E dove vanno gli squali che muoiono?


Ehm... gli squali che muoiono vanno nel paradiso degli squali... in un altro oceano. Capito?


Ah... e cosa mangiano?


Oh, beh... suppongo cheeeeeeee... mangino le tartarughe cattive, che non sono andate in paradiso ma all'inferno. Ecco sì, in pratica il paradiso degli squali è l'inferno delle tartarughe.


Ahhh! E nel paradiso delle tartarughe ci sono i gamberetti?


Ceeerto... i gamberetti cattivi, vanno nell'inferno dei gamberetti, che è anche il paradiso delle tartarughe...

E quelli che vanno nel purgatorio invece?

Quale purgatorio?

Il purgatorio!

Eeeeeh quelli che vanno nel purgatorio, in pratica... vanno... ehm. Scusa ma papà adesso deve proprio lavorare, ne parliamo un'altra volta, tu intanto vai a seppellire la tartarughina, ok...

Ma papà!

Domani!!!

fine con fuga

Hi-fi car

STAMPTATUPUM-TA-PARAPA'
STAMPARTATTARAPAMPA'
I wanna fuck fuck fuck the beattt!!!

"Enzo?"
"Cosa?"

"Enzoo!!!"
"Parla più forte non ti sento!"

STAMPTATUPUM-TA-PARAPA'
STAMPARTATTARAPAMPA'
Ariwanna fuck fuck fuck the beaaatttt!!!

"No, stavo pensando una cosa..."
"Cosa?"

"Una cosa..."
"No, cosa hai detto? Non ti sento!"

STAMPTATUPUM-TA-PARAPA' 
STAMPARTATTARAPAMPA'
Ariwanna fuck fuck fuck the fucking beeeeaaaaatttttttt!!! 

"Dicevo: hai presente quelli con l'hi-fi car più tecnologico e potente che si sia?!!!"
"Sì!"

"Quelli che come esce un nuovo modello corrono a farselo installare dall'elettrauto più trendy e cool del momento?!!"
"Sì sì!!!"

STAMPTATUPUM-TA-PARAPA' 
STAMPARTATTARAPAMPA'
Aririwanna fuck fuck fuck the fucking beeeeaaaaatttttttt!!! 

"Quelli che alzano  il volume al massimo chiedendo alle casse della propria auto di compiere sforzi di diffusione sonora al limite delle più comuni leggi della fisica e che, sempre per amore del prossimo, tengono i finestrini completamente abbassati anche in pieno inverno nonostante all'esterno la temperatura oscilli intorno ai 15 gradi sottozzero?!!!"
"Sì e allora?!!!"

"Quelli, per intenderci, che si possono sentire distintamente anche a due chilomentri di distanza nonostante le più proibitive condizioni  di inquinamento acustico...un po' come quel deficiente che sta parcheggiato accanto a noi da venti minuti?!!!!"

STAMPTATUPUM-TA-PARAPA' 
STAMPARTATTARAPAMPA'
Aririwanna fuck fuck fuck the fucking beeeeaaaaatttttttt!!! 

"Capito il tipo?!!"
"T'ho detto di sì... ho capito!!"

"No è che,  mi stavo chiedendo, come mai questi individui sono anche quelli che ascoltano sempre la musica peggiore?!!!"

STAMPTATUPUM-TA-PARAPA' 
STAMPARTATTARAPAMPA'
Aririwanna fuck fuck fuck the fucking beeeeaaaaatttttttt!!! 

lunedì 26 maggio 2008

RED SUBMARINE

ATTENZIONE QUELLO CHE SEGUE E’ UN MESSAGGIO PUBBLICITARIO NON A NORMA

Oggi avevo il provino come VJ. Che emozione!

Mi hanno chiesto di presentare, di ballare e di cantare… ed io l’ho fatto.

Mi hanno chiesto di parlare di rock, di pop, di spiegare la differenza tra newave italiana e freejazz punk inglese ed io l’ho fatto.

Poi mi hanno chiesto di sottoporre ad una seduta sadomaso la boyband del momento, recitare senza ridere il testo della canzone "il mio amico" della Tatangelo, coniugare in modo corretto almeno 5 verbi irregolari… e ho fatto anche questo.

Allora mi hanno chiesto di addomesticare 3 barracuda, di far dire Portobello ad un pappagallo impagliato e di fare la messa in piega alla criniera di un leone… di presentare la top ten in aramaico mentre camminavo in equilibrio su una corda tesa da un capo all’altro dello studio, a 5 metri d’altezza, sorridendo e sculettando come una cortigiana in cerca di clienti e, infine, di fare un triplo salto mortale con avvitamento carpiato all’indietro combinato con una serie di 15 ruote.

"Accidenti!" ho pensato, "proprio oggi che mi sono venute!"

Per fortuna avevo messo il mio asso nella manica: RED SUBMARINE, l’assorbente interno che ha le dimensioni e la capacità di un piccolo sommergibile nucleare. E così… ho fatto tutto, anche le ruote.

Loro sono così entusiasti che mi fanno fare altre 50 ruote.

Alla quarantanovesima il RED SUBMARINE parte come un proiettile e colpisce al centro della fronte il producer, che muore sul colpo. Che guaio!

Però la trasmissione bisogna farla, anche se il producer è morto e così, mi offrono il suo posto e mi assumono su due piedi… wow!

Grazie RED SUBMARINE!



RED SUBMARINE il tuo periscopio sulla vita… anche in quei giorni!


AVVERTENZE: Red Submarine è un presidio medico interno che può procurare dilatazioni collaterali. Si ricorda di rimuoverlo prima di fare sesso col proprio partner (o con chiunque altro) a meno che non si voglia sperimentare l’effetto pistola ad aria compressa. Per lo stesso motivo, usare sempre un solo Red Submarine alla volta. Dopo l’uso rimuoverlo con l’apposito estrattore a ventosa o con l’ausilio di un aspirapolvere.

giovedì 22 maggio 2008

Storia di una saggia donna pellerossa, forse un po' troppo esigente

La donna viveva al di là del fiume e della foresta, oltre la grande prateria, su una collina ricoperta d’erba verde e dal pendio dolce e sinuoso, proprio accanto ad una sorgente di acqua fresca.
La donna era sola.
Grande Sega dai Denti Acuminati Rubata ad un Gruppo di Coloni Sbronzi Subito dopo il Tramonto di un Giorno Così Così aveva sentito parlare di lei, così lasciò il suo villaggio ed andò di là del fiume e della foresta, oltre la grande prateria, su una collina ricoperta d’erba verde dal pendio dolce e sinuoso, proprio accanto ad una sorgente di acqua fresca e si fermò davanti a lei.
La saggia pellerossa lo guardo in silenzio.
L’uomo era alto e muscoloso, dal profilo fiero di un guerriero che non conosceva sconfitta ma che, anche se essa fosse giunta, l’avrebbe saputa affrontare con dignità. Le sue gambe erano forti. Il suo torace ampio. Il suo sguardo limpido.
La saggia pellerossa sorrise e lo invito a sedersi.
"Come ti chiami?" gli chiese.
"Grande Sega dai Denti Acuminati Rubata ad un Gruppo di Coloni Sbronzi Subito dopo il Tramonto di un Giorno Così Così" rispose lui.
"Posso chiamarti semplicemente Grande Sega?"
Lui ci pensò un attimo. "Meglio di no" disse infine.
"E dimmi Grande Sega dai Denti Acuminati Rubata ad un Gruppo di Coloni Sbronzi Subito dopo il Tramonto di un Giorno Così Così, come mai sei venuto qui da me?"
"Ho sentito parlare di te…" rispose il pellerossa con schiettezza. "Dicono che sei una donna molto saggia, e che vivi sola qui, in attesa di trovare un uomo altrettanto saggio. Io non so se sono saggio, ma credo di essere un uomo giusto. Ascolto la voce del vento e lo stormire dell’erba prima di prendere una decisione e… cerco di dare un senso ad ogni giorno, anche con un’azione piccola. Presto dovrò sposarmi, ma le donne del mio villaggio sembrano così distanti… non capiscono le mie parole ed i miei silenzi. Sono venuto qui, oggi, perché ho bisogno di una moglie come te. Presto diventerò capo della  mia tribù e mi attendono molte decisioni difficili… sarebbe per me un onore se tu volessi divedere queste responsabilità ed il mio teepee, con me. Ho bisogno di una compagna saggia… che mi aiuti ad essere un uomo saggio!"

La saggia pellerossa sorrise compiaciuta, era molto che aspettava un uomo come Grande Sega dai Denti Acuminati Rubata ad un Gruppo di Coloni Sbronzi Subito dopo il Tramonto di un Giorno Così Così. Tuttavia, per essere sicura che si trattasse dell’uomo giusto, parlò così:


"Non mi interessa sapere qual è il tuo mestiere.

Voglio sapere per che cosa si strugge il tuo cuore

e se hai il coraggio di sognare l’incontro con ciò che esso desidera.

Non mi interessa sapere quanti anni tu abbia.

Mi interessa sapere se correrai il rischio di fare il pazzo per amore,

per il tuo sogno, per l’avventura di essere vivo.

Non mi interessa sapere quali pianeti quadrano con la tua luna,

voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore,

se le difficoltà della vita ti hanno portato ad aprirti

oppure a chiuderti in te stesso nel timore di soffrire ancora!

Voglio sapere se sei capace di stare nel dolore,

tuo o mio, senza far nulla per nasconderlo,

o per allontanarlo, o cristallizzarlo.

Voglio sapere se sei capace di stare nella gioia, tua o mia,

se puoi scatenarti nella danza

e lasciare che l’estasi ti invada fino alla punta delle dita dei piedi o delle mani,

senza esortarci ad essere prudenti o realistici,

o consapevoli dei limiti umani.

Non mi interessa sapere se la storia che mi racconti è vera.

Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per restare fedele a te stesso,

e di non tradire mai la tua anima ,

a costo di lasciare che gli altri ti chiamino traditore.

Voglio sapere se puoi essere di parola, e quindi degno di fiducia.

Voglio sapere se sei capace di trovare la bellezza

anche nei giorni in cui il sole non splende,

e se puoi dare inizio alla tua

vita sulle sponde di un lago,

gridando "sì" al bagliore d’argento della luna piena.

Non mi interessa sapere dove vivi, né quanto denaro possiedi.

Voglio sapere se dopo una notte disperata di pianto sei capace di alzarti,

così come sei, sfinito e con l’anima ricoperta di lividi,

per metterti a fare quello che c’è da fare per i bambini.

Non mi interessa sapere chi conosci nè come ti trovi qui.

Voglio sapere se starai in piedi con me al centro del fuoco,

senza tirarti indietro.

Non mi interessa sapere che cosa hai studiato, né con chi e neppure dove.

Voglio sapere che cosa ti sostiene da dentro quando tutto il resto viene a mancare.

Voglio sapere se puoi stare da solo con te stesso,

e se la tua compagnia ti piace veramente,

nei momenti di vuoto.



Cosa mi rispondi?"
Grande Sega dai Denti Acuminati Rubata ad un Gruppo di Coloni Sbronzi Subito dopo il Tramonto di un Giorno Così Così restò in silenzio per qualche minuto, poi disse: "Hai notato che di questi tempi i bufali cacano di più?"
"Cosa c’entra questo con noi due?" Domandò la saggia pellerossa.
"Niente" ammise Grande Sega dai Denti Acuminati Rubata ad un Gruppo di Coloni Sbronzi Subito dopo il Tramonto di un Giorno Così Così, "stavo solo cercando prendere un po’ di tempo mentre riflettevo sulla risposta da darti…"
"Sono abbastanza saggia per capire che una domanda come la mia richiede un’accurata riflessione prima della risposta, posso aspettare in silenzio tutto il tempo che ti serve senza che sia necessario parlare di merda nel frattempo."
"Ok".
Grande Sega dai Denti Acuminati Rubata ad un Gruppo di Coloni Sbronzi Subito dopo il Tramonto di un Giorno Così Così si mise dunque a riflettere in silenzio, per tre giorni e tre notti. Alla fine del terzo giorno si alzò in piedi.
"Credo che me ne tornerò al villaggio" disse.
"Come mai?" gli chiese la saggia pellerossa.
"Non fraintendermi, tu sei una donna molto bella e molto saggia… ma credo che farò bene a trovarmene una un po’ meno saggia" spiegò Grande Sega dai Denti Acuminati Rubata ad un Gruppo di Coloni Sbronzi Subito dopo il Tramonto di un Giorno Così Così e, detto questo, voltò le spalle e si incamminò verso casa.
La saggia pellerossa restò in silenzio a guardarlo, e quando la possente schiena di Grande Sega dai Denti Acuminati Rubata ad un Gruppo di Coloni Sbronzi Subito dopo il Tramonto di un Giorno Così Così fu scomparsa oltre il crinale, solo allora, la saggia pellerossa disse una parola, a bassa voce.
Disse: "cazzo!"

Ispirato a: Orian Mountain Dreamer, poesia “L’invito” edito da Lycra libri

(Si ricorda che dove non specificato diversamente i contenuti di questo blog sono regolati dalla vigente legge sul diritto d’autore, ogni similitudine con altri messaggi pubblicitari è del tutto casuale. Il brano citato dalla saggia donna indiana è tratto da "L’invito all’ascolto della vita" di Oriah Mountain Dreamer)

domenica 18 maggio 2008

Winter - Tori Amos



Era inverno, ricordo, quando te ne andasti... La notte prima ero andata a dormire sotto coperte di lana pesante mentre il vento, fuori, urlava silenziosamente la sua rabbia. Un vento cattivo, che arrivava addosso con prepotenza, schiaffeggiando i volti, tagliando la pelle là dove riusciva ad insinuarsi. Ma che, ingenuamente, credevo di poter chiudere fuori dalle finestre, appena al di là dei vetri appannati. In modo da non esserne toccata. Era inverno, quell’inverno. E la neve era caduta per tutta la notte, senza sosta, mentre io dormivo sognando i miei sogni. E al mattino, quando ero scivolata giù dal letto per raggiungere quel grande tavolo di legno che avevamo in cucina, avevo scoperto che il mondo era cambiato, trasformandosi in una immensa distesa immacolata. Quell’inverno piovoso e umido, che fino al giorno prima aveva sussurrato solo parole tristi, adesso era diventato un inverno bianco e immobile, come sanno esserlo solo gli inverni delle fiabe. Un inverno terso e silenzioso, baciato da un sole pigro e giallo, da un cielo limpido e luminoso, e dal volo di uccelli lontani. Un mondo di panna e di ovatta e di splendenti riflessi bianchi che giocavano con l’orizzonte, vestendosi qua e là di abeti e di allegri comignoli. E il freddo neanche si sentiva, lì fuori, tanto era perfetto, quell’inverno. Così ti avevo chiesto di portarmi fuori a giocare. E tu avevi sorriso con aria condiscendente, mi avevi preso per mano, ed avevi detto solo una parola: "andiamo". Era inverno e noi giocavamo a tirarci palle di neve, e a rincorrere le nostre impronte in complicati disegni che raccontavano la nostra allegria. Ed i tuoi occhi ridevano, quando mi guardavi. Era inverno ed ogni mattina, quando mi svegliavo, il mio primo pensiero era assicurarmi che l’inverno non se ne fosse già andato. Che nessuno l’avesse toccato e fosse ancora lì, per me, e per te. E ricordo ancora che stavamo facendo un grande pupazzo di neve dalla sagoma buffa quando mi resi conto che qualcosa si stava spezzando nel tuo sguardo e che quegli occhi così dolci non sorridevano più. Era inverno, e cominciava a far freddo, quando mi dicesti che dovevi andare via e che poi, un giorno, io avrei capito. Eravamo tu, io ed il grosso pupazzo di neve. Stavamo tutti zitti. Poi ti chiesi se dovevi andar via… per sempre, o saresti tornato, prima o poi. E tu ritrovasti appena l’ombra di un sorriso, e mi dicesti che non dovevo preoccuparmi perchè niente, mai, è davvero per sempre. Era inverno, quando mi lasciasti queste ultime parole, l’ombra di un sorriso e il leggero tocco di una carezza, prima di andar via. E ricordo che ti allontanasti, con ampi passi, lenti, come i rintocchi di una campana, lasciando impronte profonde, che questa volta, non raccontavano nessun gioco e nessuna allegria. Era inverno ed il sole stava cominciando a calare, quando mi lasciasti sola, ad aspettare. E da quel giorno è proprio quel che feci… aspettare. Ogni giorno… tutto il giorno, dalla mattina alla sera, con ogni tempo, con ogni fibra del mio amore… io, il buffo pupazzo di neve, e l’inverno. Ad aspettare. E poi anche l’inverno andò via… ed il pupazzo con lui. E rimasi sola. Una triste e cocciuta bambina, e la sua voglia di non darsi per vinta. L’inverno si era sciolto. Il sole era venuto a reclamare prati e fiori, ed alberi da frutta... e cinguettii di uccelli. Tutto tornava alla vita, intorno a me, lasciandomi del tutto indifferente, perché l’inverno era rimasto dentro di me. E il tempo cominciò a dilatarsi in una lunga attesa fatta di stagioni che seguivano le stagioni. E l’inverno tornava a raccontarmi di te, ogni anno. E ogni anno mi trovava lì, a quell’angolo di strada, ammantato di neve. E ogni anno sapeva essere un po’ più gelido. E penetrava un po’ più in profondità, scavandosi una strada verso il mio cuore… passando per i polmoni e togliendomi il fiato. Era inverno, fuori e dentro di me, non so neanch’io quanti anni dopo la tua partenza, quando capii che non saresti tornato… e fu allora che mi ammalai. Ma restai lì, a tossire la mia disperata voglia di scoprire che non era così. Che non era vero, non mi avevi abbandonato. Che, nonostante il mio cuore ormai fosse consapevole del contrario, saresti tornato da me. Era inverno, papà, quando mi lasciasti a morire nella neve. Un inverno così bianco e luminoso da indurmi a pensare, con irrazionale incoerenza, che era assurdo morire così, circondati da ovatta e panna montata… Era inverno, e mi seppellirono non lontano dal nostro pupazzo di neve, e così, non ho mai smesso di aspettarti, capisci? E sono ancora lì forse. E d’inverno, quando cade la neve, puoi quasi vedermi, confusa in quel bianco. Ad aspettare, non perché mi manchi, ma perché vorrei chiederti adesso, se potessi: perchè?

(Si ricorda che dove non specificato diversamente i contenuti di questo blog sono regolati dalla vigente legge sul diritto d’autore)

venerdì 16 maggio 2008

TEST - voi e il sesso

Che tipo di rapporto avete con la vostra sessualità? In amore siete equilibrati e appaganti, siete depravati e libidinosi o siete (ahìvoi) scialbi e noiosi?

Scopritelo con noi con il fantastico test preparato in esclusiva  per la nostra testata dall’equipe psicoanalitica del celeberrimo Istituto Neozelandese per lo Studio delle Personalità Socialmente Disturbate che ha in cura (purtroppo senza grossi risultati) gli autori di Lost.

1)          Passando davanti alla vetrina di un negozio di biancheria intima:

a)      Date un’occhiata.

b)      Sbavate vistosamente, attaccati come gechi alla vetrina.

c)      Tirate avanti come se niente fosse, con lo sguardo fisso davanti a voi.

d)      Rompete la vetrina urlando come forsennati.

2)                Un vostro collega., in ufficio, puzza di sudore e crea il temuto effetto cloaca. Come vi regolate?

a)      Vi fate trasferire.

b)      Vi tenete a debita distanza sperando che lo trasferiscano.

c)      Ordite un oscuro piano per rovinargli la reputazione ed eventualmente farlo incriminare per spaccio di droga in modo che venga mandato via a calci in culo.

d)      Glielo fate notare con tatto regalandogli, per il compleanno, una confezione di deodorante per gorilla.

3)                Un vostro amico compra una moto nuova (o, se siete donne, un completo trendissimo e firmatissimo che le sta da dio) ad un prezzo irrisorio e viene sotto casa vostra a pavoneggiarsi.

a)      Sperate che vi inviti a provarla (o a indossarlo).

b)      Sperate che muoia in un incidente apocalittico o che il tessuto trasudi coloranti tossici che la marchieranno a vita conferendole una tinta verde pisello.

c)      Non sperate niente.

d)      Sperate tutto.

4)             La vostra donna ideale è - valido per gli uomini e le donne che non sanno apprezzare la virile prestanza di un vero uomo:

a)      Biondo platino, formosa, molto disponibile, fornita di un vasto assortimento di lingerie, videoteca porno, gadget di vario genere (dalle manette ai frustini) e con una comoda e lussuosa alcova a pochi chilometri da casa vostra.

b)      Bruna, sensuale e accessibile… possibilmente che non abiti in culo al mondo.

c)      Alta, piatta con un tavolo da stiro e casta.

d)      Bassa, calva, bitorzoluta e zoppa. Possibilmente con una vaga somiglianza con Shrek.

Il vostro uomo ideale è – valido per per le donne e gli uomini diversamente orientati (gli amici della Tatangelo, tanto per capirci)

a)      Bello, biondo, muscoloso, dotato di un accessorio in grado di suscitare, già solo a guardarlo, sentimenti di profonda ammirazione e commozione per cotanta generosa grandezza, esperto in tutte le pratiche erotiche più o meno diffuse in ogni angolo del pianeta. Non troppo intelligente, ma in grado di sostenere una conversazione base (ciao, mi chiamo... e tu? … piacere mio. Voi scopà?) e soprattutto, in grado di sostenere lo stesso ritmo di un martello pneumatico per un tempo medio che vada dalle 3 alle 6 ore.

b)      Bruno, piacevole, longilineo in grado di sostenere un conversazione mediamente brillante e capace di non addormentarsi immediatamente dopo essere venuto.

c)      Secco come una pertica, banale, casto e minidotato o anche, in linea subordinata, impotente.

d)      Corto e pustoloso, con dei fitti peli neri disseminati in ordine sparso e caotico su tutto il corpo, i denti cariati ed il fiato di un ippopotamo con problemi di fegato.

5)                Trovate due mele bacate in un chilo di frutta, voi:

a)      mangiate i bachi.

b)      Mangiate banane.

c)      Non mangiate affatto, anzi, cogliete l’occasione per dare inizio ad un lungo digiuno fatto di meditazione e di preghiera, flagellandovi i giorni pari e guardando il peggio della televisione trash i giorni dispari.

d)      Buttate le mele dalla finestra e telefonate al vostro/alla vostra  partner perché vi è improvvisamente venuta voglia di scopare come ricci.

6)                La Masturbazione è:

a)      Una necessità.

b)      Boh?!

c)      Un piacere.

d)      Un "affare"squamoso che canta "Guantanamera"

7)               Di fronte all’ennesima copertina di un DVD porno esposto come sempre senza alcun pudore in una delle edicole della vostra città, senza un minimo di rispetto per il comune senso del pudore, e senza considerare tutti quei ragazzini che arrivano lì per comprare topolino e si ritrovano, invece, a contemplare le topoline di alcune squallide pur se procaci pornostar, voi:

a)      Vi scaraventate contro lo scaffale dell’edicola lacerando a morsi la custodia del DVD ed urlando: "Maledetto Barone Rosso, riuscirò ad abbatterti prima o poi!"

b)      Comprate immediatamente il DVD e correte a casa a visionarlo sul vostro impianto ultratecnologico che vi consente di vedere il tutto su uno schermo al plasma di 50 pollici.

c)      Guardate distrattamente.

d)      Tirate avanti con lo sguardo basso, capo chino infossato tra le spalle, pregando che anche questo atroce momento passi in fretta. Inutile dire che non metterete più piede in quell’edicola.

8)                Il sesso è:

a)      Una rosa senza spine.

b)      Una spina senza rose.

c)      Una vera pacchia.

d)      Niente, se paragonato alla sensazione che si prova nel volare col proprio aeroplano, sganciando napalm sui vietcong.

9)                Vostra madre è:

a)      La mamma è sempre la mamma.

b)      Un’incubatrice organica semovente.

c)      La prima donna.

d)      L’ultima donna.

e)      Il primo e l’ultimo pensiero di ogni zappatore.

10)             I figli sono:

a)      Una partenza.

b)      Un approdo.

c)      Una incommensurabile rottura di cazzo.

d)      Carne Morta.

11)            Guardando la pubblicità di un telefono erotico per televisione:

a)      Una che?

b)      Vi rotolate sul divano muggendo come torelli (o mucche) nel disperato tentativo di sfogare la vostra libido.

c)      Vi inginocchiate con la schiena rivolta verso lo schermo del televisore e cantate salmi in latino.

d)      Guardate con un certo apprezzamento le sinuose forme davanti a voi e poi cambiate canale.

12)      Quando vi alzate, la mattina, ed il sole fa capolino tra le persiane socchiuse, come per salutarvi, ed un lieve stormire di fogli vi ricorda che è primavera e che la vita è bella, degna di essere vissuta interamente in ogni suo attimo. Quando il canto degli uccellini fa da colonna sonora al vostro risveglio e le risate dei bambini che giocano nel parco vi accompagnano mentre trotterellate fiduciosi verso il bagno. Quando l’acqua che sgorga gioiosamente dalla doccia incomincia ad accarezzare dolcemente il vostro corpo, nudo, suscitando in voi sensazioni da tempo sopite… ed una vaga eccitazione comincia a pervadervi. Cosa pensate nel momento in cui scivolate sul sapone finendo per dare una violenta capocciata contro le mattonelle color malva del vostro bagno?:

a)      maledetto barone Rosso!!! Riuscirò ad abbatterti prima o poi!

b)      Porca vacca! Maledetto sapone, maledetta doccia, maledette sensazioni sopite!

c)      Ahia! Mammina santissima e benedetta da Dio e dagli uomini, che dolore di incredibile intensità si sta diffondendo all’interno della mia povera testa. Che sia dunque una punizione divina per aver commesso qualche atto impuro? Forse non avrei dovuto guardare l’avambraccio nudo di quella commessa, ieri pomeriggio.

d)      Ahhhh! Passi il doversi alzare a prima mattina. Passi anche lo stupido stormire delle foglie e quei rompipalle degli uccellini. Passino pure quei mostriciattoli ridacchianti nel parco… ma questa giornata di merda doveva proprio cominciare così? E poi chi è che ha scelto il colore di queste mattonelle? Malva!? Ma che cacchio di colore è? Ma andate tutti a quel paese io me ne torno a letto.

13)            Cosa pensate durante il rapporto sessuale:

a)      No, no! Ti prego, no!

b)      Sì, sì… ti prego, sì!

c)      (a causa dell’alto contenuto pornografico questa risposta è stata censurata)

d)      Maledetto Barone Rosso! Riuscirò ad abbatterti prima o poi!

e)      Forse se avesse schierato Cassano sin dal primo momento non avremmo perso la partita. E’ anche vero che secondo me l’arbitro è un venduto, il rigore non c’era. Nossignore, non c’era proprio… e intanto adesso domenica prossima ci giochiamo tutto, porca vacca! Speriamo bene…

14)            Cosa pensate del vostro corpo?

a)      Evito accuratamente di guardarlo.

b)      Non posso dire che sia particolarmente bello, ma quando indosso il mio mantello di piume di struzzo e la tuta da palombaro, faccio la mia porca figura.

c)      Non penso nulla di particolare.

d)      Ma cosa volete che me ne freghi del mio corpo, a me interessa quello degli altri (o delle altre).

e)      Ma farti gli strac@@@i tuoi?

15)            Cosa pensate all’idea di avere un rapporto sessuale con una persona del vostro stesso sesso?

a)      Non saprei, dovrei chiedere alla Tatangelo cosa ne pensa.

b)      Lo volete capire che io non voglio avere rapporti sessuali con nessuno.

c)      Sono ovviamente favorevole ed aggiungo che più si è e meglio è…

d)      Purchè non sia quel bastardo del barone Rosso.

16)            Scoprite che il vostro vicino non fa la raccolta differenziata, voi:

a)      Durante la notte raccolgo una mezza quintalata di monnezza fresca e gliela butto in casa.

b)      Gli infilo sotto la porta un volantino informativo sull’importanza della raccolta differenziata.

c)      Lo soffoco con un sacchetto della spazzatura. Lo faccio a pezzi con la  mia attrezzatura per il bricolage e lo smaltisco in un’ecoballa.

d)      Lo invito ad espiare i propri peccati attraverso due mesi di digiuno, durante i quali, non mangiando, produrrà anche meno spazzatura.

17)            Qual è il vostro genere musicale preferito?

a)      I canti gregoriani.

b)      Il rock & roll, ma solo se completo di sesso e droga.

c)      Un po’ di tutto.

d)      Parliamoci chiaro, l’unica musica degna di tale nome è quella cimiteriale, talvolta il Grindcore,  tutto il resto è solo rumore.

PUNTEGGIO:

1) a=N, b)=P, c=V, d=M        2) a=V, b=N; c=M, d=P         3)  a=V, b=M, c=N, d=P

4) a=P, b)=NP, c=V, d=M     5) a=M, b=N; c=V, d=P         6)  a=N, b=V, c=P, d=M

7) a=M, b)=P, c=N, d=VM    8) a=N, b=V; c=P, d=M         9)  a=N, b=M, c=V, d=P, e=MP

10) a=V, b)=N, c=P, d=M      11) a=V, b=P; c=M, d=N       12)  a=M, b=N, c=V, d=P

13) a=V, b)=N, c=P, d=M      14) a=V, b=M; c=N, d=P, e=P          15)  a=N, b=V, c=P, d=M

16) a=P, b)=N, c=M, d=V      17) a=V, b=P; c=N, d=M     

RISULTATI:

V V V V

Se avete totalizzato una maggioranza di V siete dei vegetali ed è perfettamente inutile che facciate segno di no con la testa perché il nostro test è infallibile.

Voi è il sesso avete da tempo intrapreso strade opposte e non vi nascondiamo che ci fate anche un po’ pena. Per quel che vi servono, potreste tranquillamente fare a meno dei genitali e, probabilmente, loro farebbero ben volentieri a meno di voi. La vostra vita è piatta, le vostre emozioni sono piatte, i vostri pensieri sono piatti, le vostre aspirazioni sono piatte… e lo sareste anche voi se un rullo compressore vi passasse sopra, cosa che vi auguriamo di tutto cuore.

N N N N

Se avete totalizzato una maggioranza di N potete anche considerarvi normali. Vale a dire che la vostra vita sessuale è normalmente una chiavica. Tuttavia siete liberi di tirare un rumoroso sospiro di sollievo, almeno per questa volta vi è andata bene… non siete dei casi clinici. In poche parole, le ipotesi qui sono 2: o avete un rapporto mediamente equilibrato col sesso, una discreta intesa col vostro partner e ne siete soddisfatti, nel qual caso vi facciamo tanto di cappello, o avete barato, nel qual caso siete degli imbecilli.

P P P P

Se avete totalizzato una maggioranza di P siete dei gran porcelloni. Avete sempre il sesso in testa e la testa sul sesso di qualcun altro. Cucciolina e Rocco Siffredi sono i vostri idoli e l’unica cosa che davvero vi interessa è raggiungere l’appagamento sessuale volando di fiore in fiore, fedeli al detto "ogni lasciata è persa". Pur rilevando che siete totalmente inaffidabili come compagni/e, totalmente privi di moralità o di qualsivoglia senso del pudore, va rilevato che a letto non siete secondi a nessuno (soprattutto nei rapporti di gruppo).

A questo proposito siete invitati a mettervi in contatto con la nostra redazione dove saremo a vostra completa disposizione per organizzare lieti incontri.

M M M M

Se avete totalizzato una maggioranza di M (ma in realtà è sufficiente che ne abbiate raggiunte anche solo 4 o 5) siete oltre il sesso. No… niente da dire, insomma, tutto a posto. Però, se volete essere così gentili da seguire il nostro consiglio, fareste bene a contattare al più presto un neurospichiatra, Così tento per fare quattro chiacchiere. Sentitevi liberi di parlargli delle vostre manie compulsive, dei sogni sanguinolenti che popolano le vostre notti, del desiderio di genocidio che vi pervade ogni volta che restate imbottigliati nel traffico. Apritevi, insomma… e lasciate che vi curino o, per lo meno, che vi internino. Vedete, sappiamo che non è colpa vostra, ma non siamo sicuri che i vostri cromosomi abbiano ben capito cosa ci si aspettasse da loro, al  momento del vostro concepimento. Comunque non vi preoccupate, stiamo lavorando per voi… nel frattempo, tenetevi a distanza di sicurezza dai grossi centri abitati e… attenti al Barone Rosso.

K K K K

Se avete totalizzato una maggioranza di K è segno che avete fatto chiaramente un altro test il che può voler dire solo due cose e cioè: a) che siete dei visionari, nel qual caso vi rimandiamo al profilo precedente. b) che siete degli idioti nel qual caso vi mandiamo… altrove.