Ho avuto un'idea!
E'
una cosa che capita molto spesso a quelli che fanno il mio mestiere.
Sei
lì, tranquillo, per i fatti tuoi, quando qualcuno che fino a quel
momento reputavi ingenuamente “insospettabile” e “innocuo” ti
si avvicina con un mezzo sorriso di autocompiacimento, si sporge
verso di te con fare ammiccante e sussurra cospiratorio la frase
terribile: “sai... ho un'idea per una storia...”
Ora,
tu lo sai benissimo perché ti è già capitato un milione di
volte... lo sai con certezza assoluta e tutto il tuo essere in ogni
sua fibra sta fremendo per la tragica consapevolezza di quello che
sta per accadere: LO SAI, cazzo! Ma anche se gli dicessi di lasciar
stare e di non perdere tempo, sai anche che non riusciresti a fargli
cambiare idea, quindi non puoi fare altro che annuire tristemente e
invitarlo a raccontarti l'idea, pur sapendo che si tratterà di
un'immane stronzata.
E
infatti, in genere, quello che succede subito dopo è che l'amico (o
l'amica) ti si avvicina ulteriormente violando con insensibile
prepotenza il tuo spazio vitale e dice qualcosa tipo:
“Allora, c'è
questa cantina, nella penombra. E un uomo svenuto, con un cadavere
accanto. Lui riprende i sensi – il tipo non il cadavere (ci tiene a
chiarire) – e c'è questa pistola ancora fumante. Ma lui non sa
come c'è finito in quella cantina...”
Poi
ti guarda e fa una pausa per darti modo di sommergerlo di
complimenti.
Fa
una lunga pausa.
Alla
fine, visto che i complimenti non arrivano, ti chiede: “Beh non è
forte?”
La
prima cosa che cerco di fare, in questi casi, è mantenere un tono
diplomatico e distaccato e dire: “sì ok non c'è male come
inizio... e poi?”
Sia
ben chiaro, la domanda tu l'hai posta solo nella speranza di indurre
nel tuo interlocutore una tardiva autorivelazione. In realtà tu già
sai che, al pari del protagonista della storia, anche il tuo amico
non ha idea di come si sia finiti in quella cantina, né tantomeno sa come uscirne.
Ma
la speranza è l'ultima a morire. E ci provi, ci provi disperatamente
ogni volta.
In
genere il “sì ok... e poi?” viene accolto come un profondo
oltraggio.
“E
poi cosa?”
“E
poi?” ripeti tu, ben sapendo che non c'è da equivocare sulla tua
domanda. Tuttavia, per debellare qualsiasi possibile
incomprensione, chiarisci ulteriormente “come dovrebbe continuare
la storia?”
Ancora
una volta, ogni sacrosanta volta, ti guardano come un marziano che
abbia appena fatto una domanda in dialetto astroscanziano.
“Ma...
non lo so come continua... poi si vede, vien da sé no?”
E
a quel punto anche se stai sorridendo la verità è che vorresti
urlare:
“NON VIENE DA SÉ UN CAZZO! QUAL È LA STORIA? CHI SONO I
PERSONAGGI? QUAL È LO SVILUPPO? QUAL È L'IDEA?! LO SAI COS'È
UN'IDEA ALMENO?!”
Ma
non urli. In fondo ci sei abituato, sei un professionista, sei quello
che sei... quindi mantieni la calma e cerchi di spiegargli che pur
trattandosi di un “interessante” punto di partenza, quello che ti
ha appena detto non è che un vaghissimo embrione, ma che mancano
tutti i presupposti perché possa essere anche solo lontanamente
considerato una storia.
Lui
ti guarda e ripete paziente: “Ma certo che c'è la storia,
allora... c'è questa cantina, nella penombra. E un tipo svenuto,
con un cadavere accanto. Lui riprende i sensi – il tipo non il
cadavere – e c'è questa pistola ancora fumante. Ma lui non sa come
c'è finito in quella cantina... e... ah! Dimenticavo, la porta della
cantina è chiusa dall'esterno!”
Sospiri.
“Sì
ma... non basta...”
“Ah!”
si illumina l'amico, “dimenticavo, lui gira il corpo e scopre che
si tratta di sé stesso, cioè... il cadavere ha la sua faccia,
capisci?!”
“E
come mai?” domandi intravedendo un barlume.
“Boh
non lo so, qualcosa poi CI inventiamo!”
“Come
CI? Ma la storia è tua, che ne so io? Sei tu che devi saperlo!”
“Eh
ma lo scrittore sei tu!”
GAME
OVER
La cosa peggiore è che da quel momento in poi, per l'amico, tu sarai
lo stronzo egoista e geloso che si è rifiutato di riconoscere la
grandiosità della sua idea. Che s'è messo a cavillare parlando di
stronzate come la premessa drammaturgica, il plot, la costruzione dei
personaggi e il loro arco di trasformazione, il principio
progettuale, il tema morale, e altre cazzate simili, quando poi tutti
sanno che le storie germogliano del tutto spontaneamente e si
sviluppano da sole... basta solo un po' di buona volontà.