giovedì 27 febbraio 2014

Una parola al giorno: IDEA


Ho avuto un'idea!


E' una cosa che capita molto spesso a quelli che fanno il mio mestiere.
Sei lì, tranquillo, per i fatti tuoi, quando qualcuno che fino a quel momento reputavi ingenuamente “insospettabile” e “innocuo” ti si avvicina con un mezzo sorriso di autocompiacimento, si sporge verso di te con fare ammiccante e sussurra cospiratorio la frase terribile: “sai... ho un'idea per una storia...”
Ora, tu lo sai benissimo perché ti è già capitato un milione di volte... lo sai con certezza assoluta e tutto il tuo essere in ogni sua fibra sta fremendo per la tragica consapevolezza di quello che sta per accadere: LO SAI, cazzo! Ma anche se gli dicessi di lasciar stare e di non perdere tempo, sai anche che non riusciresti a fargli cambiare idea, quindi non puoi fare altro che annuire tristemente e invitarlo a raccontarti l'idea, pur sapendo che si tratterà di un'immane stronzata.
E infatti, in genere, quello che succede subito dopo è che l'amico (o l'amica) ti si avvicina ulteriormente violando con insensibile prepotenza il tuo spazio vitale e dice qualcosa tipo: 
“Allora, c'è questa cantina, nella penombra. E un uomo svenuto, con un cadavere accanto. Lui riprende i sensi – il tipo non il cadavere (ci tiene a chiarire) – e c'è questa pistola ancora fumante. Ma lui non sa come c'è finito in quella cantina...”
Poi ti guarda e fa una pausa per darti modo di sommergerlo di complimenti.
Fa una lunga pausa.
Alla fine, visto che i complimenti non arrivano, ti chiede: “Beh non è forte?”
La prima cosa che cerco di fare, in questi casi, è mantenere un tono diplomatico e distaccato e dire: “sì ok non c'è male come inizio... e poi?”
Sia ben chiaro, la domanda tu l'hai posta solo nella speranza di indurre nel tuo interlocutore una tardiva autorivelazione. In realtà tu già sai che, al pari del protagonista della storia, anche il tuo amico non ha idea di come si sia finiti in quella cantina, né tantomeno sa come uscirne.
Ma la speranza è l'ultima a morire. E ci provi, ci provi disperatamente ogni volta.
In genere il “sì ok... e poi?” viene accolto come un profondo oltraggio.
E poi cosa?”
E poi?” ripeti tu, ben sapendo che non c'è da equivocare sulla tua domanda. Tuttavia, per debellare qualsiasi possibile incomprensione, chiarisci ulteriormente “come dovrebbe continuare la storia?”
Ancora una volta, ogni sacrosanta volta, ti guardano come un marziano che abbia appena fatto una domanda in dialetto astroscanziano.
Ma... non lo so come continua... poi si vede, vien da sé no?”
E a quel punto anche se stai sorridendo la verità è che vorresti urlare: 
“NON VIENE DA SÉ UN CAZZO! QUAL È LA STORIA? CHI SONO I PERSONAGGI? QUAL È LO SVILUPPO? QUAL È L'IDEA?! LO SAI COS'È UN'IDEA ALMENO?!”
Ma non urli. In fondo ci sei abituato, sei un professionista, sei quello che sei... quindi mantieni la calma e cerchi di spiegargli che pur trattandosi di un “interessante” punto di partenza, quello che ti ha appena detto non è che un vaghissimo embrione, ma che mancano tutti i presupposti perché possa essere anche solo lontanamente considerato una storia.
Lui ti guarda e ripete paziente: “Ma certo che c'è la storia, allora... c'è questa cantina, nella penombra. E un tipo svenuto, con un cadavere accanto. Lui riprende i sensi – il tipo non il cadavere – e c'è questa pistola ancora fumante. Ma lui non sa come c'è finito in quella cantina... e... ah! Dimenticavo, la porta della cantina è chiusa dall'esterno!”
Sospiri.
Sì ma... non basta...”
Ah!” si illumina l'amico, “dimenticavo, lui gira il corpo e scopre che si tratta di sé stesso, cioè... il cadavere ha la sua faccia, capisci?!”
E come mai?” domandi intravedendo un barlume.
Boh non lo so, qualcosa poi CI inventiamo!”
Come CI? Ma la storia è tua, che ne so io? Sei tu che devi saperlo!”
Eh ma lo scrittore sei tu!”

GAME OVER


La cosa peggiore è che da quel momento in poi, per l'amico, tu sarai lo stronzo egoista e geloso che si è rifiutato di riconoscere la grandiosità della sua idea. Che s'è messo a cavillare parlando di stronzate come la premessa drammaturgica, il plot, la costruzione dei personaggi e il loro arco di trasformazione, il principio progettuale, il tema morale, e altre cazzate simili, quando poi tutti sanno che le storie germogliano del tutto spontaneamente e si sviluppano da sole... basta solo un po' di buona volontà.

1 commento:

  1. approvo questo articolo in ogni sua parola! mi è già capitato parecchie volte, di sentirmi dire: me lo scrivi un libro? come se ti stessero chiedendo di fargli un caffè

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