sabato 19 settembre 2015

Una parola al giorno (o quasi): ISO pazzo

No, non ho sbagliato a scrivere l'attacco della canzone di Pino Daniele, voglio proprio parlare degli ISO.
I che? (direte voi)
Gli ISO sono quel valore che indica la "sensibilità" della pellicola nella fotografia analogica o del sensore nella fotografia digitale. Pare una cosa complicata me è un parametro con cui si deve confrontare chiunque usi una macchina fotografica degna di tale nome.
Senza entrare in dettagli tecnici pallosi la questione è più o meno la seguente: più è alto il valore ISO e più aumenta la possibilità di fotografare con poca luce... ma diminuiscono i dettagli e aumenta il "rumore" - vale a dire quella grana fastidiosa che rende meno dettagliata l'immagine. Certo, il rumore si può diminuire in post produzione con dei programmi appositi, ma con una conseguente ulteriore perdita di nitidezza.
Ecco perché il fotografo neofita teme gli ISO come la morte.
Benché le macchine di nuova generazione riescano a digerire anche ISO alti, resta questa specie di timore. Un po' come quando le mamme parlavano dell'uomo nero (creando le basi per i pregiudizi razziali che affliggono la nostra società). 
ISO 800 - Sottoesposta con recupero in PP
Attento agli ISO, è il monito severo che risuona nella testa del provetto fotografo che si accinge a scattare, anche perché, per quanto la tecnologia abbia fatto passi da gigante in questo settore, una delle poche cose di cui non si può fare a meno, quando si scatta una foto, è proprio la luce.

ISO 6400 - con riduzione del rumore in PP

Ed ecco che, dunque, terrorizzati dalla gestione degli ISO, si rischia di incorrere in qualche piccolo equivoco.
Parlo per me, ovviamente, che sono una capra. Ma che ne so, magari a qualche neofita come me questi ragionamenti potranno essere di aiuto.
Nell'ultimo periodo mi è
capitato spesso di fare foto in condizioni di luce un po' ostiche e, vittima dei miei timori ancestrali nei confronti degli ISO, ho cercato di tenere sempre questo valore il più basso possibile, anche a costo di scattare foto più o meno sottoesposte da recuperare poi in post produzione. 
Ma anche il recupero in post produzione ha un costo, soprattutto se parti comunque da una foto rumorosa. In pratica,l tanto per venire al punto, a un certo punto mi sono chiesto: posto di dover per forza alzare gli ISO perché le condizioni di luce me lo impongono, è più produttivo scattare, per esempio, a 800 ISO e poi recuperare in post produzione, o  è meglio alzare gli ISO quanto necessario per avere la foto correttamente esposta e quindi operare solo sulla riduzione del rumore. Quale strategia dà i risultati migliori.
Ebbene, con la Nikon D7100, per esempio, conviene alzare gli ISO.
Punto.
Volevo solo dire questo. A chi non scatta foto non gliene può fregare niente, lo so, ma se queste mie parole possono servire a salvare anche solo una fotografia, allora il mio (e il vostro) sacrificio è servito a qualcosa...
Buona luce a tutti.

PS. giusto per concludere con qualcosa che possa riguardare tutti... se guardiamo agli ISO come al valore che indica la sensibilità, mi viene da pensare che nella vita di tutti i giorni le cose stiano più o meno allo stesso modo. A volte, per paura dei danni che ne potrebbero conseguire, abbassiamo i nostri ISO (cioè alziamo la soglia della nostra sensibilità, cercando di tenerla sotto controllo), e per far questo ci perdiamo tante cose belle...


venerdì 18 settembre 2015

Una parola al giorno (o quasi): EQUILIBRIO

Sottotitolo: consigli a un giovane fotografo.


Ormai nell'era degli smartphone a millemila megapixel, di instagram, flickr, pinterest e tutti i social di questo mondo, delle compattine superdotate e chi più ne ha più ne metta, la fotografia è stata definitivamente sdoganata come qualcosa alla portata di tutti.
Ed è vero.
Tutti possono fare foto.
E tanti possono fare foto di cacca.
Ma ci sta. Non voglio fare il Reflex Nazi che sputa su tutto ciò che non sia stato prodotto secondo i sacri canoni.
La fotografia, come ogni forma espressiva, avrebbe le sue regole e la sua grammatica (che io stesso pur appassionato conosco solo marginalmente). Ma... se proprio vi rompete le palle e volete solo scattare a ciò che più vi piace, va bene.
E' comunque un modo per fissare degli attimi, dei ricordi, così, senza alcuna pretesa. 
Fotografate lo stracazzo che vi pare e siate felici.
C'è una cosa però, alla portata di tutti, che non richiede lo sforzo sovrumano di leggere manuali, di studiare le regole compositive, di comprare super mega attrezzature. 
Una cosa semplice e apparentemente banale che però può fare la differenza. 
Una cosa che in un mondo perfetto dovrebbe venire naturale ma che, invece, naturale non è, a quanto pare. Ed è questo che mi sento di consigliare spassionatamente a chiunque voglia scattare foto.

TENETE 
LA 
MACCHINA DRITTA.