Esiste una strana norma non
scritta, ma nota a tutti, che regola il delicato rapporto tra i fruitori di un
prodotto artistico e il prodotto stesso, si chiama la “proprietà transitiva
delle qualità”, in base alla quale le peculiarità del personaggio si trasferiscono
automaticamente all’attore che le interpreta. In senso più ampio lo stesso
concetto vale per cantanti,
ballerini, scrittori e altri artisti di vario genere. Chi canta canzoni così
belle, non può che essere una bella persona, chi scrive romanzi così toccanti di sicuro è particolarmente sensibile, chi presenta in televisione ed è sempre così
simpatico, sarà delizioso anche nella vita privata…
Beh ho una notizia da darvi: NON
E’ COSÌ.
L’attore che interpreta così bene
l’uomo dei sogni di molte donne, sullo schermo, può tranquillamente rivelarsi, in
privato, un amante rozzo e insoddisfacente. L’eroe senza macchia che ha guidato
gli scozzesi verso la libertà, può essere un razzista della peggior specie. Il
pittore di quel quadro meraviglioso potrebbe anche essere un viscido pedofilo. Saper
recitare, cantare, dipingere non implica, automaticamente, che si sia delle
belle persone.
E se questo è vero… ed è vero,
ovviamente vale anche il contrario.
Se sei un pezzo di merda sullo
schermo, non vuol dire necessariamente che tu sia una brutta persona e,
soprattutto, le azioni che si compiono quando si interpreta un personaggio non
definiscono in alcun modo l’uomo che ha rivestito quel determinato ruolo.
Ma da quello si legge da anni in
alcuni forum dedicati a UPAS o a altre serie televisive, e da quello che sta
succedendo in questi giorni dopo la messa in onda dell’ultimo episodio di
GOMORRA, si può facilmente capire che non è così. Che il mondo è ancora pieno
di lobotomizzati cerebrolesi che non riescono a distinguere tra finzione e realtà.
Detto questo, sei stato grande
Patsy.