Quello che non mi piace
del calcio... è il calcio.
Nel senso che le cose che
non mi piacciono, permeano il calcio diventandone parte integrante al
di là dello sport in sé che, in altre circostanze, sarebbe anche
gradevole.
C'è la porta. Anzi due.
C'è un pallone.
Gente che corre, che fa
goal.
Fosse tutto lì...
andrebbe bene.
Il fatto è che, non so
perché, intorno al calcio si condensa tutto il peggio dell'umanità.
E non mi riferisco solo
alle tifoserie più accanite. Agli ultras di cui si è tanto parlato
nei mesi scorsi.
Mi riferisco proprio all'essenza del gioco del calcio.
Come se 'sto fatto di
dover buttare il pallone dentro la porta, a tutti costi, facesse da
catalizzatore al magma più disgustoso delle pulsioni umane.
Per carità, non è sempre stato così, lo so.
C'è stato un tempo i cui
i calciatori avevano una certa dignità. Gente che sgroppava su e giù
per il campo. Senza sponsor, senza calzerotti griffati e senza
veline.
Gente che faceva il suo
porco mestiere con sincerità e onestà.
Gente che non c'è più.
Adesso le cose sono
cambiate. I calciatori sono cambiati e un po' è anche colpa nostra
che trattiamo qualsiasi coglione come una divinità, solo perché sa
prendere a calci un pallone.
Così il calcio pian piano si è trasformato in una messa in scena delle
nostre miserie.
Un fenomeno così esteso,
così capillare, da non riguardare solo il grande evento calcistico,
quello dove ci sono milioni in ballo, ma il calcio in tutte le sue
forme, fino alla partitella del torneo scolastico di quinta
elementare, dove i genitori si prendono a botte a bordo campo, mentre
i figli li guardano un po' stravolti.
Il fatto è che,
diciamocelo, l'essere umano è un po' una schifezza.
Noi cerchiamo di non
pensarci, cerchiamo di dimenticarcelo. Ma è così.
L'uomo è capace,
saltuariamente (molto saltuariamente) di grandi gesti, di epica
passione, di sublime ispirazione artistica, ma molto più spesso,
quello che gli riesce meglio sono le piccole miserie, la
cialtroneria, l'egoismo e la disonestà.
Tutto questo peggio trova
esaltazione e rappresentazione nel gioco del calcio.
Non so perché tra tanti
sport il calcio meriti questo primato. Ma tant'è.
E' la perfetta rappresentazione di
quello spirito un po' cialtrone, un po' furbo un po' violento di cui il nord Italia accusa il meridione, il nord europa
accusa l'Italia intera, ma che a ben vedere alberga in tutte le longitudini e le latitudini.
Quello spirito infingardo
per cui, se posso, ti fotto... tanto nessuno se ne accorge, reso
ancor più disgustoso dal fatto che ormai, in realtà, con diecimila
telecamere che inquadrano ogni angolo del campo di calcio, ce ne
accorgiamo tutti...
Ma non ha
importanza.L'importante è essere i più furbi.
Ed ecco che, allora, può
capitare che alla partita inaugurale dei mondiali, un giocatore della
squadra favorita, una squadra piena di campioni, una squadra che,
porco cazzo, dovrebbe aver un minimo di orgoglio, frani
improvvisamente in area di rigore, guadagnando un rigore
assolutamente immeritato.
E che un altro giocatore, tra i più pagati
al mondo, dotato di un enorme talento, vada a tirare quel rigore ed
esulti orgogliosamente per una rete segnata che, di fatto, non è che
un furto. E che milioni di tifosi brasiliani gioiscano a loro volta
per queste prodezze, fieri dei loro giocatori e della loro squadra
quando, invece, dovrebbero incazzarsi come bisce appena calpestate da
uno scarpone chiodato.
Perché vincere così
dovrebbe essere inaccettabile. Dovrebbe essere oltraggioso. Perché vincere così è un po' come perdere.
Ecco perché, a dirla
tutta, il calcio mi fa girare i coglioni.