domenica 18 novembre 2012

Agente 007 Schìfol

Il buon agente 007 ci ha abituato da sempre a un elevato grado di implausibilità nelle sue eroiche avventure. Col nuovo corso “Daniel Craig” ci si era orientati verso un registro leggermente più realistico, spettacolare, è ovvio, stiamo sempre parlando di 007 e il pubblico ha delle aspettative, ma non completamente folle come nel caso dei più o meno illustri predecessori.

Questo terzo capitolo firmato da Sam Mendes, tuttavia, ritorna un po’ ai passati lustri, non tanto per l’assurdità delle scene d’azione, quanto per l’assurdità della storia in sé.
Ora, io lo so come funzionano queste cose: il pubblico vuole colpi di scena, azione, ancora colpi di scena, tanto ritmo, un po’ di fica, e un ultimo colpo di scena per chiudere in bellezza. Lo sceneggiatore, ai giorni nostri, è una specie frustrata alla perenne ricerca di un’idea, non nuova, perché ormai la novità è un’utopia, ma quanto meno leggermente originale e accattivante, per svoltare la giornata lavorativa e portare il risultato a casa. Soprattutto nell’ambito delle spy story, l’impresa è particolarmente ardua perché il pubblico si aspetta già tutto… è gente che è cresciuta a pane e Alias questa… gente che capisce e conosce. Ecco che, dunque, il meschino sceneggiatore, alla ricerca di una storia, si perde, si confonde, si lascia abbagliare e suggestionare dalla goduriosa ideazione di snodi tutto sommato ingiustificati e ingiustificabili a scapito di una logica basilare che, invece, dovrebbe prevalere su tutto. E qua non è che io voglia fare il “ragioniere” della sceneggiatura. La sospensione dell’incredulità la conosco, ci lavoro, la uso… ma va costruita con un minimo di attenzione. Non è che in suo nome si possano mettere in scena un gruppo di personaggi che agiscono a cazzo di cane, sperando che nessuno se ne accorga, perché in questo caso il risultato farà inevitabilmente cacare.
Ma veniamo al punto fondamentale.
L’intera ossatura di questo film si basa su due astuti piani, uno più idiota dell’altro.
In parole povere, sintetizzando, la storia è più o meno questa.
James è in missione: hanno rubato dei dati sensibili su agenti sotto copertura (una cosa nuova che non si era mai vista). Lui deve recuperarli, affronta il cattivone in un inseguimento jamesbondiano, ma al momento critico, per non correre rischi, M dà ordine a un secondo agente di far fuoco, anche se il bersaglio non è pulito e se, per intenderci, la sporcizia sulla linea di tiro è costituita proprio da 007. L’agente spara e, invece di colpire il cattivo, colpisce il nostro eroe che precipita nel vuoto e viene dato per morto. Ovviamente James è ancora vivo, ma deluso dalla mancanza di considerazione e fiducia che ha portato M a ordinare di sparargli, si prende un periodo sabbatico in cui beve, scopa e si imbolsisce… e fin qui, nulla da eccepire.
Il problema nasce quando la mente dietro il furto di quei dati, organizza un attacco contro la sede dell'MI6 facendo saltare tutto in aria e uccidendo sette agenti. M viene messa in discussione dai vertici e James ritorna perché si sente in dovere di mettere nuovamente al servizio della Gran Bretagna la sua mascolina virilità e la sua cazzutaggine.
Va detto che l’inossidabile è ridotto un po’ una ciofeca, non gli si darebbe una sterlina in mano considerando il sopraffiato e la mira che sfoggia in allenamento, tuttavia M lo reintegra in servizio anche se è ben lontano dal passare i test per tornare operativo... e va bene anche questo.
James va, ribecca il cattivo dell’inseguimento iniziale e lo maciulla con estrema facilità. Trova il supercattivone (Javier Bardem ) e scopre che si tratta di un ex agente (oh cazzo !) una specie di super 007 ante litteram che vuole vendicarsi di M perché lei in un momento critico lo aveva abbandonato in pasto ai cinesi (ci si stupisca di fronte alla simmetrica parabola che unisce le vite di protagonista e antagonista, in una sorta di poetica fratellanza). Bardem racconta una pregevole storiella dalla quale si evince che se metti una massa imprecisata di topi in un una trappola, senza cibo, e li fai mangiare tra loro, gli ultimi due sopravvissuti non mangeranno più cocco, ma carne. Gli ultimi due topi sono metaforicamente Bardem e Craig. E possono mangiarsi tra loro o allearsi contro M. Vabbè, che ve lo dico a fare? James non si allea manco pe' gnente, cattura il supercattivone che viene portato nella sede dell'MI6 e a questo punto… il colpo di genio! Si scopre che Bardem voleva farsi catturare e che tutto ciò faceva parte del suo astuto piano per uccidere M. La quale, precisiamo, non si trova chiusa in un bunker all’interno dell'MI6… ma fuori perché oggetto di un’inchiesta governativa. Quindi Bardem evade facendo un gran casino, se ne va per le vie della city, dove lo aspettano orde di suoi agenti, e assalta la sede del governo in cui si sta svolgendo l'inchiesta, inseguito da un incazzatissimo 007.
Ma perché?! Perché?!!
Ragioniamo un attimo con l'ausilio di un testo didattico.
[estratto dal libro di testo della scuola elementare per spie e agenti segreti] Problema: Sei un super agente scaltro e letale, vuoi uccidere M. Nessuno sa neanche che esisti e che vuoi vendicarti del tuo bersaglio. Come ti comporti?
A) Vieni a Londra in incognito, rapisci M, te la porti dove vuoi e la uccidi con calma.
B) Vieni a Londra in incognito e, a distanza di sicurezza, metti una pallottola in testa al tuo bersaglio usando un fucile di precisione.
C) Non vieni neanche a Londra in incognito, ci mandi un killer prezzolato che faccia tutto il lavoro sporco.
D) Ti fai identificare e catturare di proposito, evadi, mentre tutti ti danno la caccia ti attieni a un piano complicatissimo e rischiosissimo per assaltare la sede del governo dove si trova il tuo bersaglio mentre, contemporaneamente, cerchi di sopravvivere al miglior agente segreto nemico, che vuole farti fuori e dall'MI6 avvertono il tuo bersaglio del pericolo che sta correndo, col rischio che si dia alla fuga prima del tuo arrivo.
E) Ti compri un ukulele, ingrassi di trenta chili e componi inquietanti adattamenti di “Over the Rainbow”
Come si evince dal test, non c’è proprio motivo di creare un piano così complicato, basato su così tante variabili e così soggetto al fallimento. E infatti Bardem fallisce miseramente garantendo agli spettatori un'altra mezzoretta di adrenalina allo stato puro.
Non contento di essere stato raggirato dal geniale piano di Bardem, il secondo topo, James, per mettersi sullo stesso livello del suo antagonista, elabora un secondo piano altrettanto astuto: prende M e la porta nell’avita dimora dei Bond, in una brughiera desertica e nebbiosa dove saranno completamente soli alla mercé del supercattivone e dei suoi uomini.
Mentre la centrale operativa dell'MI6 lascia brandelli di informazioni per condurre il frustratissimo Bardem verso la sua esca, Bond , M e un vecchio guardiacaccia che fa molto old english style, si trasformano in un incrocio tra l’Ateam e Mamma ho perso l’aereo, disseminando la casa di astute trappole mortali. Lo scontro finale è dunque epico e coreografico, ma si conclude comunque con la morte di M, anche se il topo cattivo non ha il tempo di gioirne perché il topo buono lo uccide prima che possa rendersi conto di aver raggiunto il proprio scopo.
Ma, la domanda nasce spontanea, se l’M6 sa dove si trova Bond, avendo fatto in modo di mandarci Bardem, perché lo lascia lì da solo, senza neanche una mitraglietta leggera per difendersi? In base a quale ragionamento fronteggiare volontariamente l’attacco di Bardem, di una decina e passa di scagnozzi e finanche di un elicottero militare, da soli e senza armi dovrebbe essere una scelta vincente?
E' vero, da un certo punto di vista potremmo dire che laddove Bardem fallisce col suo primo piano, riesce Bond, al quale forse, sotto sotto, M stava un po' sui coglioni... ma non credo che il film volesse andare in questa direzione.
La pellicola finisce dunque così, lasciandoci questo angoscioso interrogativo: se Craig e Bardem sono i più astuti agenti in circolazione, di cosa saranno mai capaci gli altri?
Alla fine, l’unica cosa veramente buona di questa storia, è che nel caso ci trovassimo su un’isola piena di topi, sappiamo come disfarcene, stando attenti agli ultimi due però, perché, come abbiamo potuto costatare, sono in grado di elaborare arguti piani dalla portata davvero catastrofica… io vi ho avvisati.

sabato 23 giugno 2012

Lo sguardo del Tamarro


C’è qualcosa di unico nello sguardo torbido con cui il tamarro arrapato esamina una donna. Non si tratta solo della fissità: il tamarro stupido esibisce spesso una certa staticità della pupilla dovuta sostanzialmente alle sue ridotte capacità mentali. Ma quando il suo sguardo si fissa su un esemplare femminile piacente, o anche non piacente, ma sufficientemente scollacciato da risvegliargli l’ormone, il tamarro sviluppa una vitrea fissità del tutto particolare.
Egli deposita quello sguardo con millimetrica precisione esattamente al centro delle tette della fanciulla, e non lo smuove più per svariati minuti. Non sorride mai, il tamarro, durante questo tipo di approccio. Non c’è nulla da ridere… si tratta di una cosa seria. Il suo guardo è grave, serio… quasi minaccioso e sembra voler dire alla fanciulla (e a tutto il mondo circostante) che se non fosse per trascurabili leggi comportamentali universalmente riconosciute (e perché lo stupro è ancora inspiegabilmente considerato illegale) lui la possiederebbe lì, seduta stante, dando luogo ad una performance sessuale stratosferica in grado di far scoprire, forse per la prima volta, alla fortunata beneficiaria di cotanto maschio, cosa voglia dire fare sesso con un vero uomo. Vale a dire con lui.
A poco importa il fatto che, quasi sicuramente, quello stesso tamarro, chiamato eventualmente e miracolosamente a passare alle vie di fatto, si produrrebbe in una breve, vana, confusa e rumorosa prestazione del tutto insoddisfacente per qualsiasi tipo di partner, perché egli, comunque, non ne sarà mai consapevole, convinto com’è dei propri mezzi e della propria sapiente arte amatoria affinata in ore e ore di approfondimento teorico su youporn.
Parla anche, il tamarro, per sottolineare il suo indiscusso apprezzamento per le tette e per colei che incidentalmente le “trasporta”, ma non essendo l’eloquio il suo punto forte, spesso il massimo che riesce ad articolare sono frasi tipo “uà, e comm’ stai bella oggi!”. Del resto non è quello che conta. Non sono le parole, ma lo sguardo, la sua arma segreta. Uno sguardo che ha in sé l’epicità e la drammaticità di un amore incompiuto (per fortuna), di una passione che avrebbe potuto essere, e che, non per colpa del tamarro, ma per la stupida e inspiegabile ritrosia della donna, resterà inespressa, dovendo forse trovare uno sfogo meno poetico e meno consono in una consolatoria manipolazione solitaria.
C’è l’ingiustizia del mondo, condensata in quello sguardo sgranato, insaziabile e insaziato, che vorrebbe ma non può e che a stento riesce a capacitarsi del perché questa cosmica tragedia si debba compiere ogni volta, ineluttabilmente, nonostante il suo encomiabile impegno.
Come possa, una vera donna, restare indifferente a quel suo sguardo penetrante (almeno lui, lo sguardo lo è, su questo non ci piove), come possa, con tanta insensibilità, ella voltargli le spalle e andar via, sottraendogli non solo la possibilità di una torrida scopata, ma anche la vista della “latteria” che aveva dato un senso al vuoto esistenziale di una giornata grigia e priva di calcio  è qualcosa che il tamarro non potrà mai comprendere.
Forse la risposta è tutta lì, nella deprimente ma ineluttabile considerazione che, ahimè, le vere donne a differenza dei veri uomini, non esistono più.
Forse…

mercoledì 18 aprile 2012

Battleship

Cioè... gli ammeriggani so' forti ragazzi... so' forti che ogni volta che qualche stronzo di alieno viene qui pensando di fare il bullo... c'hai presente? Tipo: “Giao so' l'alieno, c'ho la tecnologgìa io, ma una tecnologgìa che voi manco sapete che robba che c'ho, perché so' alieno, e vi faccio un culo quanto Piazza di Spagna, e col vostro pianeta mi ci pulisco le natiche e poi lo accartoccio e lo ficco in un buco nero (di quelli spaziali ovviamente), e lo faccio così, perché mi va, e perché posso, perché c'ho la tecnologgìa e voi non c'avete un cazzo!”
C'hai presente 'sto tipo di alieno, no? È un classico.
Beh questo arriva, con la sua astronavona grande come Manhattan, si guarda intorno con aria altezzosa, e comincia a far saltare tutto in aria.
Ma non è che faccia saltare solo le basi militari, o solo le capitali, No, lui fa saltare proprio tutto, con accanimento... e se può prendersela con la tour eiffell, col colosseo o con qualche altro bel monumento, lo fa volentieri, un po' perché si capisce che a lui gli esseri umani gli fanno proprio schifo, ma proprio schifissimo. Ma, per capirci, più di quanto a un pensionato, possa far schifo Monti in questo momento... molto di più! E un po' perché anche agli ammeriggani fanno schifo il colosseo e la tour eiffell, perché loro non c'hanno storia antica e allora se possono, si sfogano con quella degli altri, almeno nei film, ma questa è un'altra storia.
Comunque, mentre ancora le gente cerca di capire che sta succedendo, gli alieni, in men che non si dica hanno raso al suolo mezzo pianete. E sembra che non ci sia niente da fare... perché 'sti alieni so' forti e ce l'hanno davvero la tecnologia.
Solo che gli alieni sono sempre un po' sboroni, tendono a darsi tutte quelle arie “io faccio... io dico” ma sottovalutano sempre 'sti cazzo di ammeriggani, che sono la più grandissima nazione di questo pianeta, perché pure se li schiacci sotto ai piedi e gli fai le puzze in testa, loro si rialzano sempre (non come i pensionati che con le puzze di Monti ci restano secchi).
'Sti Ammeriggani so' indomiti. E alla fine ci fanno sempre il culo agli alieni. Un modo lo trovano. O c'hanno il presidente che pilota gli aerei, come in indipendence day, o c'hanno i cow boy che si alleano coi pellerossa, o c'hanno il virus del raffreddore... mo, c'hanno pure le corazzate in disarmo che al massimo so' buone per affondare le navi della Costa Crociere (che quelle a picco ci vanno anche da sole).
Uno normale direbbe “cazzo ci faccio con la corazzata in disarmo? E' andata male, hanno vnto loro, tanto vale che mi arrendo”. E invece no, se ci metti Taylor Kitsh sulla corazzata da rottamare, quello si allea con l'amico giapponese, e spara in bocca agli alieni lasciandoli carichi di meravigliata meraviglia!
“Ma come... io so' l'alieno, c'ho la tecnologgìa de 'sta minchia... che in 30 secondi t'ho fatto fuori due cacciatorpediniere senza neanche sudare sotto le ascelle... e tu mi batti con la corazzata?!?!”
E Taylor je dice: “sì, perché a noi ammeriggani nun ce devi rompe' li goglioni!!!”
Cazzo che forza.
A volte vorrei essere un alieno... ma uno di quelli veri.

martedì 13 marzo 2012

Insegnanti e dintorni

Figlio: ma voi ci pensate mai al mio vecchio insegnante di educazione fisica?
Padre: e perché dovremmo farloi?
Figlio: perché lui era... veramente indecente.
Padre: in che senso?
Figlio: l'unica cosa che mi ha insegnato in tre anni è stata: "non masticare la gomma mentre fai le schiacciate". Dimmi tu se è possibile.
Padre: beh è già qualcosa...
Figlio: papà... ma chi l'ha mai saputa fare una schiacciata!

giovedì 1 marzo 2012

Ti Stimo


Caro amico che cammini davanti a me ostentando con insospettabile audacia quei 60/70 chili di esubero malamente spalmati sulle chiappe, sappi che io ti stimo.
Ti stimo per la spavalderia con cui indossi quel paio di jeans aderenti a vita bassa che, come immagino tu sappia bene, sono, in assoluto,  l’indumento meno adatto a ricoprire quel tuo immane sedere flaccido. E ti stimo anche per la naturalezza con cui esibisci quel folto ciuffo di peli che spunta caparbiamente dal tuo fondoschiena, simile a una coltivazione di licheni, sfuggendo al blando controllo dell’elastico degli slip, sfibrato dai troppi lavaggi.
Ti stimo ancor più per la scelta, che molti altri potrebbero trovare discutibile, di rivestire la parte superiore del tuo corpo con uno smanicato aderente di un materiale lucido indefinito che sembra però plastica dozzinale e che ti conferisce definitivamente l’aspetto di un sacchetto della spazzatura prossimo ad esplodere.
Per tutte queste cose io ti stimo… anche perché, nonostante tutto, appari sereno e felice.
Eppurtuttuavia non posso fare a meno di chiedermi e di chiederti: “PERCHÉ??!!”

giovedì 23 febbraio 2012

LETTERA APERTA ALLA TELECOM

Mia cara Telecom,

so che tempo fa ero tuo cliente e so anche che le tariffe sono cambiate da allora. So che non c'è più il canone da pagare. So che hai potenziato l'offerta internet e so anche che saresti lieta di fare una proposta vantaggiosa a tutti i tuoi affezionati ex clienti.


Vuoi sapere come mai so tutte queste cose?


So tutte queste cose perché da sei mesi a questa parte un tuo operatore (non sempre lo stesso, intendiamoci, ogni volta uno diverso) mi telefona, un giorno sì e l'altro no, per ripetere all'infinito la stessa noiosa filastrocca e cercare disperatamente di convincermi a sottoscrivere un abbonamento.


Ora mi chiedo: QUANTE STRACAZZO DI VOLTE DOVRÒ DIRE DI NO?!


Con affetto, il tuo ex abbonato Dario.

domenica 19 febbraio 2012

Sanremo 2012

L: Imbecille! Avevi detto che portavi i voti di tutta Napoli!
G: Sì Lory ma…


L: Sei solo un buffone. Avevi detto che con i tuoi voti avremmo vinto!
G: Sì Lory ma…


L: “Ma” un cazzo! Io mi sono presentata con te perché mi avevi assicurato la vittoria! Altrimenti non avrei mai cantato quella tua canzone di merda! Io sono una donna con una storia dietro… c’ho la reputazione, io!
G: Calmati che ti scoppiano le labbra!


L: Zitto coglione!
G: Ma Lory, basta… pensa che figura ci facciamo se ci dovessero sentire?


L: E chissenefregaaa! Tanto io non sono una signora…
G: Lo so ma…


L: E tu sei un coglione!
G: Lory, io avevo tutto sotto controllo. Sono stati i giornalisti che ci hanno fregato, con quella golden share… altrimenti eravamo al ballottaggio e gliela facevamo vedere noi a quella raccomandata di Emma!


L: I giornalisti?
G: Sì, sono stati loro.


L: Che bastardi!
G: Già…


L: Perché sono tutti uomini, e degli uomini non ci si può fidare. Gli uomini sono tutti stronzi, come Bjorn, come te, come Morandi! Aveva ragione mia sorella: gli uomini ti uccidono e poi vanno al bar… a guardare la nevicata del ‘56, e si dimenticano di votare!
G: Lory, ma che cazzo stai dicendo?


L: La gente è strana, prima mi odia e poi mi ama! Cambia idea improvvisamente, senza serietà, come fosse niente!
G: Sì, ma se tu avessi messo almeno una nota al posto giusto…


L: Cosa dici?! Imbecille, che ne capisci tu di note al posto giusto?
G: Guarda che io sono professore d’orchestra.


L: Tu al massimo sei professore di stocazzo! Ti odio!
G: Stai prendendo le medicine vero?


L: Non ho bisogno di medicine! Ho bisogno di sfogarmi… vieni qua!
G: No Lory no… basta, sono cinque giorni che andiamo avanti così…


L: Ho detto VIENI QUI!
G: Lory mi fa male tutto…


L: Scegli tu, preferisci il gatto a nove code o il nerbo di bue?
G: Ma così mi lasci troppi segni, poi Anna si arrabbia…


L: E allora che faccio? Prendo lo strap-on?
G: No no, per carità, quello solo con Anna…


L: E allora il nerbo di bue, vieni qui asino!
G: Sì va bene, basta che ti calmi…

domenica 12 febbraio 2012

Whitney

E tu... che ci fai qui?

Non lo so.
 

Sei arrivata troppo presto... avevi ancora tempo.

Sì ma, avevo tanta paura e così, sono scappata via.


Paura? Paura di cosa?

Del buio.


Il buio?

Sì, l'oscurità può essere così spaventosa da toglierti la forza di vivere, non lo sapevi?


Certo che lo so. Ma non capisco lo stesso: tu laggiù brillavi come una stella.

E' vero... solo che, quando illumini troppo gli altri, tu resti al buio.

mercoledì 25 gennaio 2012

Chi l'ha visto

"Certo che ne sparisce di gente, vero amore?"
"Eh..."

"Amore, non fare quella faccia, non preoccuparti che io non sparisco!"
"Eh... lo so cara, lo so".

"Come sei tenero".
"Sigh!"

martedì 24 gennaio 2012

SERIE TV - JJ colpisce ancora

Un carcere svanito del nulla,
misteri,
una poliziotta con le palle a cui è morto il partner da poco,
stereotipi,
un’organizzazione governativa che sembra al di sopra di tutto e di tutti,
complotti,
il capo dell’organizzazione al di sopra di tutto e di tutti, che  più lo guardi più ti chiedi se sia buono o cattivo,
doppi tripli e anche quadrupli giochi,
genti che dovrebbero avere ottant’anni e invece ne hanno 50 di meno,
soprannaturale,
grassoni simpatici ma pur sempre inadatti a qualsiasi tipo di ruolo operativo che vengono reclutati perché avere uno di lost fa bene all’audience,
isole,
criminali efferati sbucati dalle nebbie del tempo per compiere crimini efferati,
misfatti,
un’oscura regia così oscura che neanche il regista sembra sapere cosa cazzo stia succedendo,
segreti.

Pensavamo fosse la serie televisiva dell’anno
e invece è
ALTROCAZ
la nuova ciclopica fregatura di jj abrams

mercoledì 4 gennaio 2012

Le Facce della Crisi

Girando per la città, nei giorni immediatamente precedenti al Natale e in questi che precedono la befana, ho notato che il flusso compatto di varia umanità è rimasto più o meno invariato rispetto agli anni precedenti. Si tratta sempre e comunque di un numero tale di persone da rendere i marciapiedi zona disagevole e, a tratti, addirittura impervia, stimolando nell'uomo della strada la creatività e la produzione di forme evolute di imprecazioni composte dalla sapiente combinazione di 3, 4 e a volte anche 5 parolacce concatenate.
Ciò sembrerebbe confermare la tesi del nostro illustrissimo ex premier, quando sostiene che la crisi non esiste: una tale massa compatta di persone in cerca di regali deve necessariamente avere soldi da spendere.
Tuttavia, guardando con una certa attenzione le facce di codesta massa, a prima vista indistinta ma, purtuttavia, composta invece da tante singolarità congiunte, si può notare che sì, effettivamente, un 5% di loro sorride beatamente e anche, se vogliamo, con una certa superiorità che fa girare un po' i coglioni, come a voler dire, “sì è natale e me lo posso permettere alla faccia vostra”, ma il restante 95%, vaga con passo strascicato in modalità “pilota automatico” e, soprattutto, ha un'espressione tra lo stupito e lo stordito, come se la manovra finanziaria fosse piombata loro tra capo e collo, lasciandoli ancora semi inconsapevoli, ma non per questo meno doloranti.
In quello sguardo vitreo e ancora parzialmente incredulo c'è tutto il dramma di questo natale di crisi, preludio a questa primavera di crisi, preludio a questa estate di crisi. Entrando, attraverso quegli sguardi, alla prima soglia di pensiero che alberga immediatamente oltre il nervo ottico, possiamo apprezzare un rudimentale esempio di multitasking umano in cui, 5% dell'attenzione è profuso nel mantenimento delle basilari attività motorie, 10% si occupa dello studio comparato delle vetrine, 25% cerca di calcolare prezzi, sconti e quant'altro in base al budget disponibile, 30% cerca di fare proiezioni di bilancio al 10 aprile cercando di ipotizzare per quanto tempo si possa andare avanti a pane e acqua, mentre il rimanente 30% immagina di dar fuoco al parlamento.
Le facce della crisi, sono un po' anche la mia faccia... e penso che me le ricorderò per un bel po'.
Ah buon anno a tutti!

Precisione

Il cazzo NON è uno strumento di precisione...
e questo vale per tutte le sue possibili applicazioni.