mercoledì 4 gennaio 2012

Le Facce della Crisi

Girando per la città, nei giorni immediatamente precedenti al Natale e in questi che precedono la befana, ho notato che il flusso compatto di varia umanità è rimasto più o meno invariato rispetto agli anni precedenti. Si tratta sempre e comunque di un numero tale di persone da rendere i marciapiedi zona disagevole e, a tratti, addirittura impervia, stimolando nell'uomo della strada la creatività e la produzione di forme evolute di imprecazioni composte dalla sapiente combinazione di 3, 4 e a volte anche 5 parolacce concatenate.
Ciò sembrerebbe confermare la tesi del nostro illustrissimo ex premier, quando sostiene che la crisi non esiste: una tale massa compatta di persone in cerca di regali deve necessariamente avere soldi da spendere.
Tuttavia, guardando con una certa attenzione le facce di codesta massa, a prima vista indistinta ma, purtuttavia, composta invece da tante singolarità congiunte, si può notare che sì, effettivamente, un 5% di loro sorride beatamente e anche, se vogliamo, con una certa superiorità che fa girare un po' i coglioni, come a voler dire, “sì è natale e me lo posso permettere alla faccia vostra”, ma il restante 95%, vaga con passo strascicato in modalità “pilota automatico” e, soprattutto, ha un'espressione tra lo stupito e lo stordito, come se la manovra finanziaria fosse piombata loro tra capo e collo, lasciandoli ancora semi inconsapevoli, ma non per questo meno doloranti.
In quello sguardo vitreo e ancora parzialmente incredulo c'è tutto il dramma di questo natale di crisi, preludio a questa primavera di crisi, preludio a questa estate di crisi. Entrando, attraverso quegli sguardi, alla prima soglia di pensiero che alberga immediatamente oltre il nervo ottico, possiamo apprezzare un rudimentale esempio di multitasking umano in cui, 5% dell'attenzione è profuso nel mantenimento delle basilari attività motorie, 10% si occupa dello studio comparato delle vetrine, 25% cerca di calcolare prezzi, sconti e quant'altro in base al budget disponibile, 30% cerca di fare proiezioni di bilancio al 10 aprile cercando di ipotizzare per quanto tempo si possa andare avanti a pane e acqua, mentre il rimanente 30% immagina di dar fuoco al parlamento.
Le facce della crisi, sono un po' anche la mia faccia... e penso che me le ricorderò per un bel po'.
Ah buon anno a tutti!

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