mercoledì 19 marzo 2014

Una parola al giorno (o quasi): EREDITA'

Lo leggiamo ormai tutti i giorni, sui giornali.
Succede un po’ dappertutto e tutti pensiamo, ogni volta, la stessa cosa: a noi non potrebbe succedere mai.
Leggiamo di questi uomini incapaci di accettare che la moglie o  la ragazza abbia deciso di abbandonarli, madri che cedono al pianto asfissiante dei propri bambini, vicini di casa stanchi di dover discutere ogni giorno coi vicini…
La casistica è estremamente varia, ma non importa quale sia la storia… ciò che conta è che la conclusione è sempre la stessa: qualcosa scatta, dentro di loro, e uccidono.

Negli ultimi anni stiamo concentrando soprattutto sul femminicidio che viene percepito principalmente come fenomeno culturale.
Probabilmente è vero. Culturalmente – se proprio vogliamo parlare di cultura - il “maschio” un tempo dominante non riesce ad accettare che la donna sia completamente autonoma. Che possa scegliere e che lui possa non essere scelto. In fondo, ‘ste donne sono pur sempre una nostra costola.
A me sembra, però, che accanto a questo perverso fenomeno mentale, compaia sempre, inevitabilmente, un altro determinante fattore che mi fa più paura: il rapporto di forza. Chi è più forte colpisce chi è più debole. L’uomo colpisce la donna. La donna il bambino. Il padre il figlio.
Perché la vita è così. Chi è forte può colpire chi è più debole… e quando ne ha la possibilità lo fa. Non sempre. Ma a volte lo fa. E a volte colpisce duro.

Per fortuna a noi questo non potrebbe succedere mai.
E’ una violenta follia che non ci appartiene. Che guardiamo da lontano come inorriditi spettatori.
Come può, un essere umano, arrivare a commettere un tale orrore, ci chiediamo davanti alla televisione o ai titoli dei giornali.
Come può?
La risposta, secondo me, è molto semplice e abbastanza spaventosa.
L’uomo può, perché dentro in ognuno di noi, c’è un angolo pulsante di scura, violenta, irrazionale e crudele follia.
Un piccolo nucleo di orrore che risale probabilmente alla notte dei tempi. Un grumo in cui sono confluite tutte le scorie, i ricordi, i brandelli che ci hanno portati faticosamente a strisciare fuori dalle caverne e a guardare il cielo. Un cielo che, alla fine, non ci appartiene e non riusciamo a comprendere. Un grumo nero, maleodorante che dorme in noi e che, a volte, si risveglia.
E non sono solo i criminali, i pazzi e i violenti a possederlo. Quel frammento di morte è in ognuno di noi… e dovremmo tutti esserne consapevoli per imparare a tenerlo sotto controllo.
Non sono solo i mariti ubriachi… non sono solo madri psicolabili, non sono solo i reietti a impazzire. Sono le persone tranquille. I vicini sorridenti, i dolci padri affettuosi… che improvvisamente si svegliano, un giorno, con un coltello insanguinato tra le mani.
Sono persone insospettabili, proprio come noi.

Cresciamo cullandoci nella stupida e rassicurante convinzione che Dio ci abbia fatto a sua immagine somiglianza e questo ci fa sentire speciali… e al sicuro. Beh o ci hanno raccontato una menzogna, o Dio è una creatura spaventosa e spietata. In entrambi i casi, c’è ben poco di rassicurante. L’unica cosa certa è l’orrore che dorme dentro di noi e che potrebbe svegliarsi in qualsiasi momento.
L’orrore che tramandiamo di padre in figlio, senza neanche rendercene conto.

Ah dimenticavo… buona festa del papà a tutti.

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