sabato 30 luglio 2016

Una parola al giorno (o quasi): RISPETTO

DISCLAIMER:
A scanso di equivoci voglio anticipare che sto per dire una cosa politicamente scorretta e anche un po’ sgradevole che potrebbe suscitare dissenso e indignazione.
Nel caso voleste procedere col la lettura, rapportatevi a me, almeno per questo breve lasso di parole, come se fossi uno stand up comedian.
Una delle cose belle del fare stand up, infatti, è che puoi dire un po’ tutto quello che ti pare, senza essere per questo considerato una brutta persona.
Non è il caso mio ovviamente… ma facciamo finta che lo sia.

Il problema è che ormai viviamo in una società molto ipocrita dove, se dici le cose come stanno o, per meglio dire, come le pensi… senza filtri, sei fottuto.
Ci siamo trincerati dietro a una serie di eufemismi che vanno dal diversamente abile al posto di ritardato, operatore ecologico al posto di monnezzaro, Politico al posto di essere inutile che lavora poco e guadagna molto, tutto perché dire le cose come stanno è brutale…

Ma il fatto che non le diciamo, non vuol dire che non le pensiamo.
Ed è quindi per questo motivo che sono qui a fare la seguente affermazione:

I VECCHI HANNO ROTTO IL CAZZO!

Lo so, lo so. Non si dice. Non è rispettoso, ma è così. Alzi la mano chi, nell’intimità della propria testolina, non ha mai fatto questo pensiero almeno una volta, siamo sinceri, cazzarola!
Obiettivamente, in questa società, allo stato attuale, il vecchio è solo un essere inutile che consuma risorse… a partire dalla pensione.

Facciamo solo un paio di esempi, giusto per inquadrare la situazione:
A) Fila interminabile al supermercato:
“signorina ma lì c’era scritto offerta a 2 euro”
“Sì, ma l’offerta era sul pacco da 10 chili”
“Sì, ma lì c’era scritto, prugne in offerta”
“Certo signore, ma solo sulla confezione magnum”
“Ma io ho preso le prugne… perché non c’è l’offerta?”
Praticamente a una certa età loro registrano solo alcune parole chiave, ma non il rapporto che intercorre tra una parola e l’altra… “prugne” e “offerta” tutto il resto non conta. E così puoi passare anche tre ore  in fila, alla cassa, mentre la tipa cerca di spiegargli le cose… potrebbe anche morirci alla cassa, mentre aspetti… e tu vorresti che morisse, ma il vecchio tiene duro, e non muore, anche solo per farti dispetto.


B) Ingorgo apocalittico. Al centro di tutto c’è sempre un vecchio col cappello in testa e le mani strette sul volante della sua 126 lucida come se fosse appena uscita dalla concessionaria.
Non so se ci avete fatto caso. Se hanno il cappello in testa, è matematico che faranno qualcosa di assurdo, tipo imboccare una strada contro mano, o fermarsi in mezzo a un incrocio, ma quella del cappello è un’altra storia. Torniamo al vecchio in questione:
“Carmelina, ma per andare da Assunta dove devo girare?”
E Carmelina è morta già da 10 anni quindi col cazzo che gli può rispondere… e magari lui si incazza anche perché lei non risponde.
E’ morta Cristo! Stai parlando con una morta e ancora non ti hanno tolto la patente! Hai 90 anni, l’Alzheimer, le cataratte, ma non ti hanno tolto la patente, mentre se io mi faccio un giretto dopo aver mangiato un cioccolatino al rum e mi fermano per un controllo sono fottuto!

E poi non dovrei dire che i VECCHI HANNO ROTTO IL CAZZO?

E, guardate, faccio questa affermazione con la serenità di chi ha compiuto da poco i cinquantun’anni e si accinge, con un po’ di fortuna (o sfortuna a seconda dei punti di vista) a entrare nella categoria.

Sì, direte voi, ma il RISPETTO, dove lo mettiamo?

Ecco, bravi, veniamo alla questione del rispetto dovuto a chi è più grande, più saggio e più maturo di noi. Perché questa tiritera ha praticamente segnato e perseguitato la mia formazione fin da quando ero un bambino. E già allora mi chiedevo: ma perché devo rispettare un coglione solo perché è più grande di me?
Perché, se qualcuno è uno stronzo scassacazzo a vent’anni, glielo si può dire in faccia col sorriso sulle labbra, mentre se lo è rimasto fino allo scoccare dei 70, improvvisamente, diventa intoccabile?
Perché il rispetto è dovuto a prescindere, solo per una questione anagrafica?
Da dove ha origine questa strana e immotivata convinzione che i vecchi vadano rispettati?


Un motivo ovviamente c’è, e va ricercato nel nostro passato. Un tempo le cose erano molto diverse da oggi: i vecchi avevano una funzione sociale, erano la nostra memoria collettiva, erano fonte di consiglio, erano un punto di riferimento, mentre adesso sono stati sostituiti da wikipedia.
Ma, a parte l’avvento dei computer, cos’è che è cambiato veramente, che ha delegittimato l’autorità e l’importanza del vecchio nella nostra società?
Cos’è che l’ha trasformato da risorsa inestimabile in peso insopportabile?
Fino a un po’ di tempo fa non riuscivo proprio a capirlo. Mi dicevo “dev’esserci un motivo…”
E poi, improvvisamente ho avuto l’illuminazione!
Prima i vecchi avevano il nostro rispetto perché, arrivati a un certo punto, morivano e si toglievano dai coglioni.
Ed erano pochi quelli che riuscivano a diventare davvero vecchi.
Non era facile invecchiare sani e salvi, e se ci riuscivi, dovevi avere un merito che andava al di là dell’uso del prostatol e di vigorex plus.
Per arrivare a diventare vecchio ti dovevi fare il culo, dovevi essere davvero in gamba e questo sì che meritava rispetto.
Non bastava vegetare sul divano col telecomando… a cambiare canale come uno zombie…

Un vecchio di due secoli fa, davanti a un televisore su cui stava andando in onda, tanto per dire, la replica di Don Matteo, avrebbe preso la sedia e avrebbe sfasciato tutto, e poi forse, avrebbe avuto anche una crisi cardiaca, ma sarebbe morto da uomo libero, e io lo avrei rispettato, cazzo!

Nessun commento:

Posta un commento