domenica 1 novembre 2015

Una parola al giorno (o quasi): DOLCETTO

Dolcetto o dolcetto?

Ieri sera, mentre passeggiavo per il Vomero, ho incrociato orde di bambini impegnati nel tradizionale (si fa per dire) “dolcetto o scherzetto”. Ho potuto così notare l’evoluzione del fenomeno che, adesso, si svolge per lo più in questo modo:
a)     Le mamme accompagnano i figli munite di una busta piena di caramelle, cioccolatini e altre leccornie.
b)     Prima che i bambini facciano irruzione in un esercizio commerciale o un appartamento, le mamme li precedono e riforniscono di dolcetti le “vittime”.
c)     I bambini irrompono e, grazie ai rifornimenti effettuati dalle mamme, le loro richieste vengono ampiamente soddisfatte: SEMPRE.
 
il bambino incontrato ieri al Vomero, tra 18 anni
Ora… io mi rendo perfettamente conto che, al giorno d’oggi, un ragazzino di 8 anni, di fronte a una risposta negativa, potrebbe subire un trauma di portata incalcolabile in grado di trasformarlo per l’eternità in un infelice complessato. Capisco, dunque, che una mamma  protettiva possa correre ai ripari per far sì che questa malaugurata ipotesi non si verifichi.
Ma non posso fare a meno di domandarmi come sia possibile che tutti noi, che siamo cresciuti in un periodo in cui tutta questa sensibilità genitoriale difettava e le teorie psicologiche non governavano ancora sovrane, si sia sopravvissuti mantenendo una parvenza di sanità mentale.
Sinceramente non so dire chi stia messo peggio tra noi e la generazione attuale, ma credo che soddisfare sempre le richieste dei nostri figli anticipando ogni possibile intoppo in modo da non creare alcun tipo di frustrazione, sia, alla lunga, un rimedio ben più dannoso del danno che si propone di prevenire.
Non vorrei che stessimo crescendo una generazione di viziati infantili e smartphone dipendenti e mi chiedo: quando, tra tanti Halloween baciati dalla fortuna, quel bambino di 8 anni ormai diciottenne si troverà di fronte al primo vero NO, in ambito scolastico, lavorativo o sentimentale, quando, per la prima volta, le cose non andranno come lui avrebbe voluto, in che modo potrà confrontarsi con questo improvviso, imponderabile, imprevedibile e inaccettabile rifiuto?

Non so... secondo me non la prenderà tanto bene…

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