venerdì 19 dicembre 2014

Una Parola al giorno: SPERANZA

Qualche giorno fa ho fatto una passeggiata per il centro storico. 
Avete presente quelle robe di pastori e presepi che si fanno sotto Natale? Quelle che non sai neanche perché le stai facendo, ma le fai lo stesso pur sapendo che te ne pentirai.
Ecco. Quelle.
In più avevo voglia di portarmi dietro la macchina fotografica nuova per provare a fare qualche foto, perché dopo il mio violento e non corrisposto amore per lo yoyo, e quello che la chitarra, adesso sto cercando di amoreggiare anche con la reflex.
Ebbene sì, sono un amante irrequieto e compulsivo.
Anzi, a questo proposito (quello della reflex non quello della compulsione) volevo rassicurare i turisti: ci si può portare una reflex a napoli, scattare delle foto e ritornare a casa vivi... ve lo giuro.
Comunque, non è di questo che volevo parlare, anche se, in fondo, anche questa tematica ha una sua attinenza con la parola del giorno.
Speranza.
C'è speranza anche per il turista, anche a napoli, anche in mezzo alla folla.
Questa città non è così cattiva come la si dipinge.
Ma torniamo a noi.
Torniamo alle foto.

Mentre camminavo bel bello per San Gregorio Armeno, a un certo punto mi sono imbattuto in una costruzione con i balconi murati.
Uno spettacolo struggente ma di una desolazione unica. E infatti ho pensato subito di scattare una "bella" foto che ho intitolato no future.
Guardando quell'immagine ho pensato che fosse davvero emblematica di uno stato d'animo senza speranza. Finestre e balconi murati sono la negazione di tutto. Della luce, dell'aria, della vita. Cosa c'è di più desolato e desolante? 
Se devo pensare a qualcosa che rappresenti in modo visivo qualcuno che si è arreso, che ha rinunciato a tutto, anche alla speranza, o che in qualche modo ne è stato privato, penso a una finestra murata... per sempre.
Più tardi, però, guardando con maggior attenzione la foto che avevo scattato, mi sono accorto di una cosa che Benigni definirebbe, grandiosa, incredibile e spettacolare: su uno di quei balconi abbandonati sta germogliando dell'erba.

In mezzo a quello scenario di abbandono, di non vita, c'è dell'erba che cresce. E lo fa perché la vita è così, se ne frega della logica, la vita è tenace, è caparbia. Si ostina a sfidare la sorte anche quando ha tutte le probabilità contro.
Tutto questo è... confortante. Almeno per me.
Perché vuol dire che c'è sempre speranza, anche quando non lo vediamo subito, anche quando la nostra sensazione è che davanti a noi ci sia solo un muro di mattoni, invalicabile. Anche quando sembra che ci abbiano tolto perfino la voglia di sperare, a guardare con maggior attenzione, c'è sempre la possibilità di scoprire che la vita ha messo qualcosa, lì, per noi. Per sorprenderci e per farci capire che non c'è mai niente di scontato. 
Ora non lo so. Magari è il Natale che mi fa questo effetto e che mi fa cercare disperatamente di formulare un pensiero ottimistico anche laddove non ce ne sarebbe alcun motivo. Ma, proprio perché è natale, mi sembra che questa considerazione e questa foto sia perfetta per fare a tutti voi i miei auguri.
Spero che, in qualsiasi momento doveste trovarvi davanti a un balcone murato, abbassando (o alzando) lo sguardo, possiate accorgervi che sta crescendo dell'erba e quell'erba siete voi.
Buon natale.






Nessun commento:

Posta un commento