sabato 21 dicembre 2024

La Straniera d'Inverno (parte 2)

Sempre in anteprima mondiale, siamo lieti di presentare altri due estratti dal romanzo ormai in fase di ultimazione. Nel primo viene raccontata la prima notte d'amore della giovane Masha, (un'amica di Lidia), con Misha, un ufficiale russo cugino di Alexander. Nel secondo, invece, un drammatico momento tra Lidia e MacKeron, nella Leningrado martoriata dai bombardamenti. Anche qui potrete notare la padronanza della scrittura delle due donne ed il sublime modo di evocare momenti e sensazioni straordinarie:

Mentre le mani di lui scorrevano sul suo corpo, Masha provò una sorta di vertigine e si chiese se fosse davvero lei, lì, in quel momento, ad annegare la propria consapevolezza tra le braccia di un uomo che conosceva appena. Lei, che aveva passato 10 anni in un collegio di suore… lei, che non aveva mai rivolto la parola ad un uomo nel corso dei suoi primi 16 anni vita. Lei, che era così timida e pudica, che la sera, da sola, quando si spogliava per indossare la camicia da notte, lo faceva al buio, perché si vergognava della sua stessa ombra. Eppure adesso era lì, nuda, ansimante, in attesa di baci avidi, di carezze, in attesa di essere resa, finalmente, donna da un uomo… dal suo uomo. Proprio come succedeva nei meravigliosi romanzi d'amore che leggeva di nascosto, la sera, in soffitta, quando i genitori dormivano.
E mentre contemplava il corpo di Misha, finalmente libero dagli orpelli della divisa, esporre la propria possente muscolatura, mentre lasciava scorrere le dita sul suo virile torace, cosparso di peli, mentre sentiva la sua maschia virilità ergersi e premere contro di lei, incurante delle basilari leggi di gravità, capì che fino a quel momento la sua vita era stata solo nullità… e che solo ora era davvero viva.
Rise come inebriata arcuando il corpo all'indietro per accogliere meglio il poderoso alfiere del piacere di Misha, pronta a fondere il proprio immenso desiderio con quello di lui. Rise come una bambina ebbra di voglia di vivere… ed in quel momento… Misha grugnì come un pollo al quale stessero tirando il collo. Diede un'ultima violenta spinta, e si rivoltò di lato ansando lasciandola perplessa con una improvvisa sensazione di vuoto.
"Ma cosa?" mormorò incerta.
Lui le sorrise appagato e le carezzo dolcemente il volto, intrecciando le dita nei suoi lunghi riccioli dorati.
"Sei più bella dell'alba che fa risplendere le guglie di Leningrad… mia principessa…"
"Sì, ma… è già finto?" Domandò lei, sempre più confusa.
"Mia piccola e dolce Masha… si vede che era la tua prima volta… non sai ancora niente della vita, mio dolce fiore, ebbene sì amore… è finita…"
"Uh".
"Qualcosa non va?" le chiese l'uomo, leggendo un vago disagio nel modo in cui lei si mordicchiava il labbro…
"No… no… è solo che, credevo durasse un po' più di 30 secondi…" disse lei, avvertendo come un grido di protesta levarsi dalla sua intimità insoddisfatta.
"Ah!" fece lui allargandosi in un ampio sorriso. "No dolce stella del mattino… è un errore comune di molte donne, ma non preoccuparti, è così che dev'essere…" poi si voltò dall'altro lato e, afferrata la bottiglia di vodka, cominciò a bere rumorosamente. Quando ne ebbe vuotato il contenuto si lasciò ricadere sul cuscino.
"Sai…" le disse dopo un attimo, "sono davvero felice". Poi ruttò rumorosamente e si addormentò all'istante.
Masha rimase lì, accovacciata al suo fianco. A contemplare quel bellissimo volto, così maschio, così sereno. Quella bocca dal contorno virile, piegata in un mezzo sorriso, con un rivolo di bava che colava da un lato. Ed il poderoso alfiere, ormai ridotto alle dimensioni di un pedone… pendente, sconfitto.
Per un attimo Masha provò l'irrazionale impulso di afferrare una balalaica e sfasciarla in testa a Misha. Poi si limitò a raggomitolarsi di lato con un sommesso gemito di insoddisfazione.
"Che ne sai tu degli uomini, in fondo…" si disse. E cercò di addormentarsi e di sognare un uomo diverso dagli altri, uno che potesse soddisfare quello strano desiderio che era rimasto inappagato e che così sarebbe rimasto per chissà quanto tempo.
Accidenti ai romanzi d'amore!
___  ___  ___


Lidia correva tra la folla. Una folla di sconosciuti… uomini e donne di un'altra epoca, che parlavano un'altra lingua. Uomini dal volto segnato dalla guerra e dalla fame. Donne dagli occhi che avevano pianto mariti e figli strappati via precocemente. Uomini e donne che, come lei, avevano perso la speranza e si stringevano caparbiamente alla volontà di andare avanti, almeno un altro giorno, prima di arrendersi al destino. E così facendo, vivevano, ostinatamente, giorno dopo giorno.
Lidia non li conosceva. Non sapeva quali terribili storie si celassero nei loro sguardi feriti. Non sapeva niente di loro, ma avrebbe voluto ugualmente parlargli per dir loro: "Vi togliete dai piedi brutti stronzi?!" Ma tanto a che sarebbe servito, non capivano una cippa né di ciociaro, né di inglese… erano russi quelli! E camminavano, instancabili, lungo la strada, impedendole di avanzare… impedendole di correre via da… MacKeron.
Ancora le rimbombavano nelle orecchie le dure parole dell'uomo, mentre fuggivano sotto il feroce bombardamento tedesco. Rimbombavano cupe, le parole, confondendosi con i più cupi boati delle esplosioni: "e questo sarebbe il posto dove avremmo dovuto rifarci una vita?! Maledetta donna… se proprio dovevo morire in guerra, dovevo farlo lì, in un dolce campo erboso della mia patria, combattendo per la libertà, tra gli uomini del mio clan! Fratelli come me… vigorosi uomini in gonnellino, fieri di mostrare al nemico il proprio batacchio, e non qui, in questa fredda landa lontano mille miglia da casa…"
Quelle dure parole l'avevano ferita profondamente, lacerandole l'anima. Facendole molto più male del fatto che, correndo sotto i calcinacci, continuasse a pestarle i piedi.  Quelle parole erano ingiuste. Che ne sapeva lei, che l'arcana magia che le permetteva di viaggiare attraverso tempo e spazio, li avrebbe strappati all'atroce campo di battaglia di Cullhoden, nella scozia del 1700, per portarli in una Leningrado assediata dai tedeschi?
Aveva cercato di spiegarglielo. Aveva cercato, nel viso segnato di MacKeron, quel dolce sguardo da cagnolone di cui si era innamorata, al ballo del solstizio, quando, tenendola stretta tra le braccia forti, aveva piroettato lungo la pista, sotto le mille luci dei lampadari di cristallo, e poi le aveva insinuato la lingua nell'orecchio sussurrando dolcemente "ti stantufferei per tutta la notte, piccola…"
Quello sguardo dolce, velato di una sottile ottusità belluina, con cui l'uomo aveva esplorato il suo corpo nudo, libero dal vestito di velluto verde, ed offerto a lui ed ai raggi della luna pallida, quella stessa notte.  Quando le aveva sorriso, bellissimo e, accarezzandole i capelli, le aveva detto: "Hai idea di quello che provo?"
"No" aveva sospirato lei stringendosi contro di lui, mentre le gambe le cedevano "Ho idea soltanto di quello che provo io". Poi, seguendo lo sguardo ammiccante di MacKeron, aveva scorto il prepotente e promettente rigonfiamento dei pantaloni, "Oh… beh… forse un'idea adesso me la sono fatta" aveva aggiunto, arrendendosi, infine, al desiderio dell'uomo.
Aveva cercato, dunque, col suo sguardo implorante, quello sguardo di allora. Aveva cercato disperatamente, coi suoi occhi languidi, quegli occhi da peloso orsetto lavatore.
E per un attimo lei e MacKeron erano rimasti  immobili, a guardarsi. Incuranti delle esplosioni che continuavano a seminare devastazione in una Leningrado ferita, ma non vinta.
Incuranti della parete che stava crollando, alla loro destra, rivelando le viscere di un palazzo crudelmente sventrato, ed il vecchietto arroccato sulla tazza del gabinetto che li fissava con spaurita confusione.
Ma quegli occhi non c'erano più. C'era una fiera rabbia che ardeva rendendolo una figura gelida e remota, e lei, incapace di sopportarlo, lo aveva lasciato là ed era corsa via, ignorando il suo richiamo. Incurante delle parole dello scozzese, che la inseguivano: "Lidia… aspetta… Lidia non correre… hai il mio portafogli addosso !" ...

(Si ricorda che dove non specificato diversamente, i contenuti di questo blog sono regolati dalla vigente legge sul diritto d'autore)

venerdì 29 settembre 2023

RICOMINCIAMO


 

Sono le tre del mattino. Il CELLULARE posato sul comodino si illumina. EFFETTO SONORO di una suoneria a caso, molto probabilmente "Smoke on the water".

LUCA si sveglia di soprassalto e risponde con voce impastata.

LUCA

Pronto?

ELENA

Ciao...

LUCA

(stupito)

Elena?

ELENA

Non riuscivo a dormire. È tutta la notte che ci penso...

LUCA

A cosa?

ELENA

Forse dovremmo darci un'altra possibilità...

LUCA

Che dovremmo fare?!

ELENA

Tu ed io. Forse siamo stati troppo precipitosi...

LUCA

Elena, santo cielo, sono le tre del mattino...

ELENA

Non è mai troppo tardi!

LUCA

Beh insomma...

ELENA

Ma non l'hai vista la pubblicità?

LUCA

Quale?

ELENA

Quella dell'Esselunga!

LUCA

L'Esselunga?

ELENA

(con impazienza)

La bambina con la pesca...

LUCA

(rassegnato)

No, non l'ho vista.

ELENA

Dovresti. Fa capire molte cose.

LUCA

Tipo?

ELENA

Tipo che abbiamo fatto soffrire nostra figlia. Che per il nostro egoismo l'abbiamo messa in secondo piano, senza contare il danno che abbiamo arrecato alla famiglia tradizionale... e all'intero tessuto sociale.

LUCA

Noi?

ELENA

Sì noi! Tu e io...

LUCA

Ma se ti scopavi gli stagisti, in azienda...

ELENA

Sì, lo so, anche tu ti scopavi a quella...

LUCA

Alessia.

ELENA

Quella troia là.

LUCA

E allora come ti viene di chiamarmi alle tre del mattino?

ELENA

E a nostra figlia non ci pensi?

LUCA

Cazzarola Elena! Siamo separati da quindici anni! Nostra figlia ne ha trentadue e vive a Boston! Si sta separando anche lei!

ELENA

Sei bravo a lavartene le mani... Complimenti!

LUCA

Non me ne sto lavando le mani, dico solo che non puoi chiamarmi dopo tutto questo tempo solo perché hai visto uno spot.

ELENA

Certo certo. Sai che c'è? Che sei il solito stronzo egoista di sempre.

Sai la pesca dove te la devi mettere?

LUCA

Quale pesca?

ELENA

Quella dell'Esselunga! Lo vedi che non ascolti, non l'hai mai fatto!

LUCA

Ma vaffanculo, tu e la pesca!

ELENA

Ma vaffanculo tu!

 

 

 

martedì 25 aprile 2023

CLEOPATRA

"Signor Presidente?"
"Sì?"
"Ne hanno ammazzato un altro..."
"Come sarebbe un altro?"

L'espressione del presidente è più infastidita che dispiaciuta.
Il segretario cambia appoggio da una gamba all'altra, dondolandosi con imbarazzo. Non sa cosa rispondere. L'altro sbuffa.

"E come è successo?"
"Ecco, il tipo aveva uno stop rotto... l'agente si è avvicinato, quando ha visto che era nero si è spaventato e gli ha sparato..."
"Quante volte?"
"Tre, a bruciapelo... non c'è stato niente da fare, il conducente è morto sul colpo".
"Cazzo!"
"Già..."
"Adesso ce li avremo tutti addosso!"

Il segretario annuisce mortificato, presagendo i titoli dei giornali.

"Quante volte bisognerà dirglielo a 'sti cretini che non possono sparare a tutti i neri che incontrano?"
"Lo so, signor Presidente, ma non lo fanno apposta..."
"E che vuol dire?! Me li ammazzano lo stesso, senza una motivazione ragionevole, e poi sono io che mi ritrovo nella merda! Non dimentichiamoci che un 12% dell'elettorato è afroamericano... porcocazzo!"
"lo so, lo so..."
"E adesso come ne usciamo?"
"Non si preoccupi... ho già contattato Netflix..."

Sul volto del presidente si intravede un barlume di speranza.

"E?"

Il segretario sorride compiaciuto.

"Nella prossima serie, Cleopatra sarà nera!

mercoledì 7 dicembre 2022

Password

 DIAVOLO 1
(schiarendosi la voce timoroso)
Ehm... Vostra Nequizia?

LUCIFERO
Che c'è?!

DIAVOLO 1
Niente è che... abbiamo saputo che nella vostra infinita crudeltà stavate cercando nuovi modi per angariare l'umanità...

LUCIFERO
E quindi?

DIAVOLO 1
Si dà il caso che un mio tirocinante abbia avuto un'idea... con delle potenzialità... e volevamo sottoporla alla vostra infida attenzione.

Lucifero si limita a GRUGNIRE sonoramente in segno di assenso.
Diavolo 1 fa cenno a un DIAVOLETTO dall'aria dimessa e un po' nerd invitandolo a farsi avanti.
La creaturina cornuta esegue, aggiustandosi gli spessi occhiali con un gesto nervoso ma, al cospetto del Re degli Abissi Infernali, si paralizza.

LUCIFERO
(impaziente)
Allora?

DIAVOLETTO
Ecco...

LUCIFERO
Facciamo presto che non ho tutto il giorno...

DIAVOLO 1
(con apprensione, al diavoletto)
Muoviti dai!

DIAVOLETTO
Sì dunque... ecco ho pensato a una cosetta che, magari è roba da poco per uno come Voi, abituato ad arrostire le masse per l'eternità, ma...

LUCIFERO
Quando si tratta di far soffrire gli esseri umani, tutto fa brodo, dimmi dimmi...

DIAVOLETTO
Si tratta di una cosa molto semplice: le password!

LUCIFERO
Le password? Uhm...

DIAVOLO 1
Ma non finisce qui, c'è dell'altro...
(poi si rivolge al diavoletto)
Dì a Sua Scelleratezza il resto, forza!

DIAVOLETTO
Sì ecco... le password a cui ho pensato io... scadono...

LUCIFERO
Scadono?

DIAVOLETTO
Ogni tre mesi! E non si possono riutilizzare, neanche a distanza di anni...

DIAVOLO 1
Quindi saranno costretti a idearne sempre di nuove!

LUCIFERO
Uhm, sì... mi piace... riesco a immaginare le loro fragili menti annaspare davanti al login..

DIAVOLETTO
E ogni password dovrà contenere almeno un numero e almeno un carattere speciale e almeno una maiuscola, ma nessun carattere ripetuto consecutivamente...

DIAVOLO 1
Ma naturalmente possiamo cambiare periodicamente le regole.

LUCIFERO
Ah ah ah! Sì, mi piace.
Li manderemo al manicomio!
(prendendo il cellulare)
Adesso mando immediatamente una mail a tutte le unità infernali operative per metterle al corrente...

Mentre Lucifero armeggia col cellulare, Diavolo 1 sorride incoraggiante al Diavoletto.

DIAVOLO 1
Che ti avevo detto? 

Lucifero intanto continua a smanettare sbuffando. I due diavoli lo guardano perplessi. Poi si fanno coraggio.

DIAVOLO 1
Vostra Empietà, ci sono problemi?

LUCIFERO
Non mi ricordo la password.

martedì 25 ottobre 2022

Galadriel

 


PAYNE entra precipitosamente nella stanza, si affretta a richiudersi la porta alle spalle e vi si appoggia con la schiena, ansimando. Nei suoi occhi leggiamo il terrore.

MCKAY, seduto alla scrivania, alza uno sguardo perplesso verso il collega.

PAYNE

È qui!

MCKAY

Chi?

PAYNE

Galadriel! L'ho incrociata poco fa.

MCKAY

(sbiancando)

E lei ti ha visto?

PAYNE

Non lo so... appena ha imboccato il corridoio ho fatto dietro front e sono tornato qui...

MCKAY

Forse c'è andata bene...

Non fa neanche in tempo a finire la frase che si sente BUSSARE alla porta.

PAYNE

(a mezza voce)

Merda!

GALADRIEL (V.O.)

C'è nessuno?

MCKAY

(sussurrando)

Che facciamo adesso?

PAYNE

(sussurrando a sua volta)

Non lo so... (un tempo) potremmo fare "quella cosa"...

MCKAY

Eh?! No dai figurati se ci casc/

PAYNE

(cercando di imitare la voce stridula di un cameriere filippino)

Signori Payne e McKay non qui! Qui c'è solo io che fa le pulizzìe.

GALADRIEL (V.O.)

Payne?

MCKAY

Che figura di merda...

GALADRIEL

Payne sei tu?

I due si guardano terrorizzati. Si capisce che non sanno che pesci prendere. Poi McKay abbassa il capo in segno di sconfitta e fa un gesto verso l'altro come a dirli che ormai non c'è via d'uscita.

PAYNE

(aprendo la porta)

Galadriel, che piacere!

GALADRIEL

(stranita)

Ma... stavi facendo il filippino?

PAYNE

Cosa? No! Cioè...

MCKAY

Scherzavamo!

PAYNE

Sì, una burla... ma accomodati, dai.

MCKAY

Che ti porta da queste parti?

GALADRIEL

No niente... è che sono un po' preoccupata per il mio personaggio...

PAYNE

Preoccupata? E perché?

MCKAY

Tu sei Galadriel! L'elfa più figa della Terra di Mezzo.

PAYNE

La nostra protagonista assoluta!

GALADRIEL

Sì ma... è solo che sembra un altro personaggio rispetto alla Galadriel del Signore degli Anelli...

PAYNE

Diversa dici?

GALADRIEL

Un bel po'...

MCKAY

Sì beh vedi... il fatto è che quella Galadriel lì, interpretata da Kate Blanchett...

PAYNE

Immensa!

MCKAY

Esatto. "Molto" immensa.

PAYNE

Immensissima!

MCKAY

Quella Galadriel lì, noi non la sappiamo proprio scrivere...

PAYNE

E materiale di Tolkien sulla seconda era da cui prendere ispirazione non è che ce ne sia...

MCKAY

Il che non è necessariamente un male...

PAYNE

Esatto! Perché, non essendoci materiale... possiamo fare un po' il cazzo che ci pare, inventando robe di sana pianta.

MCKAY

Così possiamo fare una Galadriel completamente diversa da quella di Jackson prendendo prudentemente le distanze da Kate Blanchett e da un rovinoso confronto che ci e soprattutto ti penalizzerebbe.

GALADRIEL

Sì ma... non c'è il rischio che questa versione non piaccia al pubblico?

PAYNE

E perché?

MCKAY

Combatti come un ninja!

PAYNE

Sì, fai quelle cose fichissime con la spada.

MCKAY

E poi c'è la galoppata in slow motion...

PAYNE

(assertivo)

Con quella conquisterai tutti.

GALADRIEL

Non lo so... sento di non avere il giusto peso.

PAYNE

In che senso?

GALADRIEL

Ho passato mille anni a dare la caccia a Sauron, giusto?

MCKAY

(annuendo)

Anno più, anno meno...

GALADRIEL

Mille anni sono un sacco di tempo...

PAYNE

Il tuo odio è grande!

GALADRIEL

E in mille anni non ho trovato niente?

MCKAY

Sauron è astuto come una faina.

GALADRIEL

Ma, c'è una cosa che non capisco, possibile che in tutto questo tempo non sia mai andata a cercarlo nelle terre del Sud?

PAYNE

(leggermente impanicato)

Nel sud? Perché nel sud?

GALADRIEL

Beh ma... ci sono gli uomini che hanno combattuto per Morgoth, poi scopriremo anche che è pieno di Orchi...

PAYNE

Sì ma non vederla così... sei troppo razionale.

MCKAY

A noi non conviene che Galadriel vada al sud.

PAYNE

Ci svaccherebbe tutto il resto della storia...

GALADRIEL

Ma...

MCKAY

Concentrati sul nord...

PAYNE

Dove fai la sborona e ammazzi il troll.

GALADRIEL

Ma anche se ammazzo il troll, non concludo nulla, anzi, vengo addirittura messa in discussione dai miei subalterni, e poi vengo prepensionata e spedita a Valinor come un pacco postale. Insomma... mi sembra di avere la stessa autorevolezza di un branzino!

MCKAY

Non sottovalutare i branzini...

PAYNE

Ce ne sono alcuni che sono davvero speciali.

MCKAY

Nel giusto contesto i branzini spaccano.

GALADRIEL

(sbuffando)

Faccio cose insensate... mi tuffo dalla nave a mille miglia dalla costa, non riconosco Sauron, pur avendolo sotto al naso, non mi pongo neanche per un secondo il problema di capire che cosa sia l'oggetto che Adar cerca di portar via dalla battaglia... dopo aver fatto due coglioni a tutti col fatto che voglio uccidere Sauron, quando scopro la sua identità non do neanche l'allarme...

PAYNE

Il manuale di sceneggiatura dice...

Si blocca pensieroso. Chiaramente non se lo ricorda. McKay apre un cassetto e gli getta un manualetto. Sulla copertina c'è scritto: SCREENWRITING MANUAL FOR DUMMIES.

Payne lo prende al volo lo sfoglia rapidamente e legge:

PAYNE

Ecco qui: "Non bisogna mai aver paura di far sbagliare i personaggi".

(le sorride)

Visto?

GALADRIEL

Ma io faccio solo sbagli. E poi dico cose che non stanno né in cielo né in terra!

PAYNE

Tipo?

GALADRIEL

"C'è una tempesta in me"! Abbiate pazienza, ma che battuta è? Sembra alludere a una colica addominale, o a del meteorismo. E poi chiamo Celeborn "Vongola d'Argento"!

(si interrompe ansimante)

"Vongola d'Argento"? Ma stiamo scherzando? Io non la so neanche dire questa battuta.

PAYNE

L'hai appena fatto.

GALADRIEL

Cosa?

MCKAY

Hai detto "Vongola d'Argento".

PAYNE

Con una dizione perfetta, tra l'altro.

GALADRIEL

Ma...

MCKAY

Tutto risolto direi...

Vedendo che Galadriel non sembra del tutto convinta, Payne le dà una pacca di incoraggiamento.

 

PAYNE

Non preoccuparti, è solo la prima stagione...

MCKAY

Ce ne saranno altre quattro.

PAYNE

Sempre che ce le facciano fare.

MCKAY

Ti rifarai, haivoglia dse ti rifarai.

GALADRIEL

Allora vado?

PAYNE

(sospingendola verso la porta)

Vai, vai...

MCKAY

E sii fiduciosa! Vedrai che spaccherai...

PAYNE

(sussurrando)

I maroni.

Appena Galadriel è uscita, sbatte la porta con un sospiro di sollievo.

PAYNE

E anche questa è andata...

MCKAY

Mamma mia, che stress... tutto 'sto parlare m'ha fatto venire una fame...

PAYNE

Ordiniamo dall'antica Gastronomia Numenoreana?

MCKAY

Vai... tu che prendi, il solito?

PAYNE

Ok...

(ci pensa un attimo)

Anzi no, sai che ti dico? Cambiamo. M'è venuta voglia di un bel branzino... all'acquapazza.