domenica 5 luglio 2015

Una parola al giorno (o quasi): DISORDINE

Le ditte che producono borse, borselli e zaini li progettano con un numero straordinario di tasche, sottotasche e taschine. Con la zip, a strappo, con le ciappette… anfratti dentro gli anfratti per ospitare qualsiasi cosa, per prevedere anche la necessità più imprevedibile e soddisfare, così, ogni esigenza. 
Comprensibilmente, più è elevato il numero di tasche, più la borsa è di valore.
Tutti, ma proprio tutti, si convincono che avere tantissime tasche sia una necessità primaria irrinunciabile per avere tutto sotto controllo.
Senza un numero sufficiente di tasche, opportunamente disposte, la nostra vita professionale (ma anche quella privata) sarà destinata a fallire miseramente.
Ecco… NON E’ COSI’.
Il più delle volte, quello che cerchiamo invano, è finito nell’unica tasca in cui non abbiamo guardato perché, probabilmente, non ci ricordavamo neanche della sua esistenza né, tantomeno, della sua ubicazione.

Le borse, ora che ci penso, sono un po’ come la vita…

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